C’era una volta la Scozia del 1996. C’era Trainspotting e c’erano gli Arab Strap. Mentre tutto il mondo restava a bocca aperta di fronte a una delle opere cinematografiche più chiacchierate degli anni ’90, la terra scozzese vedeva la nascita di un duo alternative-rock che sembrava portare in musica l’esatto mood del film: sesso, droga, alcool e bassi fondi malfamati della periferia locale proprio come nel libro di Welsh (l’autore da cui è stato tratto il film). Da lì in poi, gli Strap di Aidan Moffat sarebbero diventati un vero e proprio punto di riferimento per la scena scozzese. Nello stesso universo, sempre nel 1996 e sempre a Glasgow, seppur lontano anni luce dagli eccessi del film e degli Arab Strap, c’era anche Bill Wells che iniziava a muovere i suoi primi passi da autore e polistrumentista jazz e che si avviava ad una carriera che lo avrebbe portato a diventare uno dei musicisti più conosciuti della città e alla realizzazione, nel tempo, di innumerevoli progetti e collaborazioni musicali soprattutto in ambito experimental-jazz.

Le strade di questi due artisti non si sono mai incontrate fino a vent’anni dopo, quando – nella Scozia di oggi – i due, con all’attivo carriere molto diverse divise tra alti e bassi (soprattutto bassi per quanto riguarda Moffat!), hanno deciso di fondere i loro due mondi e le loro esperienze in un progetto musicale condiviso. Così, dopo l’ottimo debutto avvenuto con Everything’s Getting Older è il momento di The Most Important Place In The World”: un album bello, particolare, incatalogabile, che fonde gli scenari musicali creati dall’esperienza di Wells, con la rinata vena artistica di Moffat. Secondo Aidan, l’album è “un’ode a Glasgow e ai segreti che nasconde”. E in effetti, ascoltando i brani che spaziano tra acid jazz, punte di beat elettronici, atmosfere ambient, fiati sommessi e pianoforti da ballad sempre al servizio della sua scrittura scura e ruvida, si ha l’impressione che l’ambiente sonoro creato dai due sia proprio quello di una città nascosta e conturbante. Tutte le tracce sembrano perfette per la colonna sonora di un moderno noir con tanto di protagonista con cappotto alla Blade Runner e sigaretta in bocca, magari seduto di notte in qualche bar malfamato oppure alla guida tra strade buie e luci al neon sotto una leggera pioggia britannica.L’incredibile lavoro musicale di Wells s’incastra alla perfezione con i testi di Moffat, che riesce a non stancare pur mantenendo costantemente una voce malinconica e scura come se fosse sempre la sua ultima telefonata d’addio. Si passa così da brani notturni e malinconici come l’iniziale On The Motorway – degna della miglior compilation Montecarlo Nights (in senso positivo!) – ad altri in cui è il piano in stile cantautoriale che detta il ritmo – vedi VHS-C e l’intensa This Dark Desire. Nel mezzo troviamo sonorità morbose e claustrofobiche, che si adattano perfettamente allo stile dell’ex leader degli Arab Strap, contrappuntate da beat elettronici in sottofondo, buone dosi di riverberi e qualche chitarra triste. Insomma un album ricco e variegato, che però rimane concentrato sulla sua idea iniziale e ne trasmette in pieno le intenzioni e i sentimenti. Persino quelle che potremmo definire delle novità per Moffat (suoni meno scuri e melodie quasi allegre) riescono a non allontanarsi dal filo conduttore dell’album – pensiamo a The Eleven Year Glitch che sembra avere una base electro-pop o Street Pastor Colloquy, 3AM che ricorda un gospel in chiave Caledoniana.

Dodici tracce in appena 36 minuti che scivolano via dolcemente, portandoti davvero a spasso nelle strade più remote di Glasgow, faccia a faccia con i suoi segreti e i suoi strani abitanti raccontati nei testi. Insomma, se fosse un film, sarebbe un noir indimenticabile, ricco di sfumature e sfaccettature davvero incredibili, probabilmente girato in bianco e nero. The Most Important Place In The World è un gran lavoro in bilico tra il chiaro e lo scuro, tra le varie anime della città e tra i suoi due creatori, un album che si dimostra notevole e che merita di essere ascoltato nonostante la copertina disegnata dal figlio di Moffat di sei anni e un titolo preso da uno spot IKEA!

Tracce consigliate: On The Motorway, This Dark Desire.