Si sapeva che il secondo album di Bethany Cosentino sarebbe stato “più maturo”, “emo”, “una merda”, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato quasi totalmente privo di riverbero.

Privo di riverbero e marijuana.
Come se non bastasse le canzoni sono una più inutile dell’altra, tanto da creare poco a poco una noia opprimente che sembra rendere letali quei 34 minuti, anche se uno dei due unici pezzi validi è il penultimo e quindi alla fine ci si riesce ad arrivare.
In realtà le canzoni, dal punto di vista puramente melodico, sono tutto sommato orecchiabili e ascoltare l’album facendo altro è anche un modo di passare il tempo abbastanza ok se si era apprezzato il primo album, ma se si presta attenzione a cosa cazzo dice Beth nelle lyrics verrebbe da schiaffeggiarsi i testicoli con tanta tanta forza.
In generale si può dire che il pezzo più bello di The Only Place non vale neanche uno sputo del pezzo più brutto di Crazy For You.
Conferma definitiva di cosa siano stati i Best Coast: il fenomeno di un’estate, un tormentone indie, l’Asereje degli hipster 2k10, un twitter carino da followare fino a un certo punto, l’ennesima ragazza che se non fosse stato per il moroso non sarebbe manco uscita dalla cucina.
Bestycoastyy ti ho avuto nel cuore ma ora ho aperto gli occhi e mannaggia quanto sei roito. Voto altissimo in memoria dei bei tempi.