All’appuntamento col secondo disco gli Austra / le Austra (non so cosa siano i maschi della band etero/gay/bisex/bicuriosi/trans/travestiti/canadesi ognuno merita il beneficio del dubbio chi sono io per giudicare) compiono un’inevitabile evoluzione. Ai tempi dell’esordio Feel It Break il loro electro pop aveva necessarie tinte gotiche e sfumature wave, ma ora che le acque dell’ultima ondata darkwave si sono calmate gli/le Austra hanno avuto l’occasione per rinnovarsi: pur mantenendo quell’atmosfera goth, inevitabilmente insita nelle plurilodate doti vocali della frontwoman Katie Stelmanis, le sonorità del loro electro pop si fanno ben più raffinate, debitrici a una certa disco house e facili ad eventuali sviluppi club. L’abbandono quasi totale delle radici wave non è motivo di smarrimento per la band, che dà ultima prova della sua identità indipendente da qualsivoglia influenza.
Il risultato di questa evoluzione è un consolidamento e un arricchimento del sound, un inspessimento della parte ritmica e del solidissimo groove, rendendo la proposta musicale degli/delle Austra sempre più valida e appetibile anche a un pubblico ben più mainstream rispetto alla cricca dei wave-nostalgici che più degli altri avevano accolto con fervore il debut album. Soprattutto l’enorme spinta catchy di brani come Lose It e Spellwork non si è affievolita e rivive ancora rigogliosa in episodi come Painful Like, Fire e il singolone Home.
Unico vero difetto dell’album è lo squilibrio tra la prima e la seconda metà del disco: dalla coinvolgente apertura di What We Done? fino a Fire sembra di avere tra le mani il disco homo dell’anno, che spara una dopo l’altra sei bombe fatte su misura tanto per la radio quanto per il dancefloor; la seconda metà si accontenta invece di reggere bene il tiro, ma senza sbilanciarsi nell’aggiungere nulla.
Olympia è comunque la perfetta conferma del potenziale di una band da cui è legittimo aspettarsi altre ottime cose in futuro e soprattutto riesce a reggere il tiro di un esordio che poteva divorare la creatività della band, ma che invece l’ha resa più forte.
Tracce consigliate: Painful Like, Home.