Allora chi sono gli Apparatjik? Furuholmen degli A-ha (davvero), quello brutto dei Coldplay, Jonas Bjerre dei Mew e Martin Terefe che è un produttore che fa roba che vende. Ti trovi in una di quelle situazioni in cui sai già benissimo cosa aspettarti, e infatti, neanche a farlo di proposito, Square Peg In A Round Hole è proprio quello che ti aspetti: un disco pop, iper prodotto, stuzzicante nelle melodie e discretamente gay.
Non che non ci sia assolutamente nulla di più, chiaro, però ovviamente le carte erano quelle e in alcuni punti il disco diventa estremamente easy listening, vuoi dove vengono copiate pari pari le voci di MGMT, Foster the People e frocetti a caso, vuoi che ogni tanto ti parte un break alla Skrillex, vuoi che a volte l’autotuning è proposto più o meno nella quantità che garberebbe a un napoletano (con tutto il rispetto per i napoletani, ma non è di cittadinanza che si parla), vuoi per mille altri motivi. Certo, non non sono questi i punti che fanno dell’ultimo lavoro degli Apparatjik un disco bruttino, quello che dico io è che secondo me un super gruppo, salvo rari casi, non ha senso se non per fini prettamente commerciali. La forma lo conferma, il contenuto lo conferma, SPIARH è un disco che deve vendere e spero lo faccia perchè tutto sommato è divertente ma niente di più.