Aidan e Jacob si conoscono da una vita ma nonostante tutto non si parlano.
Arrivano in sala, si siedono, sistemano i propri strumenti, la chitarra a sinistra e la batteria a destra, li accordano, se li lucidano bene, si guardano e iniziano a suonare.
Se devono dirsi qualcosa se lo dicono suonando, e si capiscono, è chiaro.

Mépris è un LP di cinque tracce, musica ambient per i meno abbietti, che se ti passa per le mani probabilmente ti distrai un attimo, ti porta con se e ti fa accomodare.
Che, se alla fine ci abbandoniamo a mere deduzioni da bar, sappiamo che ambient ci fa venire in mente ambiente, e quello che arriviamo a dedurre è che la musica ambient crea luoghi per farti accomodare, nient’altro.
Mi metto comodo allora.

I pezzi sono lunghi, concepiti come un unico flusso, facile immaginarseli dal vivo.
La batteria tiene un groove costante per la maggior parte del tempo, non pensa a niente, semplicemente sta lì a ricordarti come fa il pezzo, alla sua destra il caro Aidan se la suona in delay e con una loop station probabilmente, rumori, suoni che si accavallano, brodi primordiali, senza mai perdere il groove però.
È un beat continuo che ti apre la testa in due, ne tira fuori le peggio cose e te la ricuce a mano, con mano fine, un lavoro minuzioso.
Un disco che non si ricorderà nessuno ma che almeno una volta andrebbe scritto a pennarello sul muro così da far voltare chi passa.

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