POBPAH_scala_band_live

Pains of Being Pure at Heart sono quel classico gruppo con il quale puoi sempre dialogare se stai cercando quei cinque minuti di leggerezza e perfezione sentimentale, anfora contenitrice e ipnoinducente per animi tormentati e ipersensibili.

Già dal nome si presentano come diffusori di pop da cameretta, audace invenzione utilizzata esclusivamente dai teenagers malinconici e frustrati, tuttavia solo per quello meriterebbero un clap corale visto che hanno saggiamente scelto un guanto che aderisce perfettamente alla loro musica. Vero e proprio punto fermo e di riferimento della scena indie contemporanea, i POBPAH, rappresentano più che un entità a sè stante un sound centralizzato in qualcosa di già ben defiinito, gruppo che non “inventa nulla” – c’è chi può e chi non può – sa quello che fa, sa come farlo, continua a farlo e, proprio per questo, piace.

Pains of Being Pure at Heart: alzare il metacritic del pop zuccheroso, portare il feedback nelle sonorità caramellose e dolcificanti e, naturalmente, diffondere un po’ di glicemia nelle case di tutti. Vi lascio alla loro full performance via KEXP.