Deer Waves è lieta e onorata di presentare la nuova rubrica “Radio Klavierwerke”.
Ci sto dietro io, è più un diletto, quasi pagina di blog, non avrà una scadenza regolarissima. Diciamo che verrà pubblicata ogni quando ho qualcosa da dire sull’argomento.

“Ehi ma Giorgio che argomento? Sono confuso, proprio non capisco”.
Piccolo cervo, calm down, prenditi due minuti che poi magari non te ne frega proprio un cazzo.

Radio Klavierwerke nasce con l’obiettivo e la speranza di mettere in luce e rivalutare un genere che  i più probabilmente non sanno neanche che esista, qui in Italia. Solo perchè la rete mediatica dei blog divulganti musica non è tanto fitta e solidale come in altre parti del mondo (non sto parlando degli USA, ma anche solo dell’est Europa) da promuovere uno scambio di informazioni su artisti che non sono mai usciti dalla loro stanzetta.  Sto parlando di quel genere che le webzine italiane e non, spesso, parlandone, generalizzano (errando?) in post dubstep. Ho anche provato a fare un giro sulla rete per trovare una definizone che mi aiutasse a “parlare terra terra”. L’onnipresente Wikipedia dice: “More recently the term post-dubstep has been used to describe music that combines stylistic features of dubstep with other musical influences”.
Ecco dunque, un’altra definizione che non vuol dire un cazzo, quindi facciamo così, io vi parlo di qualche artista, qualche esperienza o qualsiasi altra cosa legata al genere e voi la prendete per buona.

Mi ritengo molto fortunato ad avere per tanti motivi dei contatti diretti con gente italiana e straniera che si applica nella produzione di musica elettronica: dal future garage al glitch pop. Questo è un mondo tanto eterogeneo i cui cittadini sembrano uniti da un stupefacente senso di responsabilità verso il prossimo. Mi spiego: salvo casi particolari non conosco un artista, seppur famoso, che non sia lieto di prestare aiuto, supporto e spesso il proprio tempo a chiunque voglia cimentarsi nello scrivere certa musica.
Vien da sè che stringere rapporti con questi sia abbastanza semplice.
Come prima volta oggi mi piacerebbe darvi qualche indicazione per ascoltare alcuni di questi personaggi.
Avete sentito parlare di Go Dugong? Lo abbiamo recensito su queste pagine, ha un contratto con la AMDISC, vanta collaborazioni con Blackbird Blackbird, Welcome Back Sailor e presto potremo venire a conoscenza di altre. La sua musica è un beat making sfrenato figlio dell’hip hop e intriso di glitch, un ascolto gradevolissimo e come tutti gli artisti di cui vi parlerò non si direbbero mai le sue origini. Non perchè in Italia siamo stupidi e facciamo schifo e lui però spacca tutto e quindi sembra venire da un altro posto, è che nella post dubstep, passatemi il termine, non esiste nessun tipo di confine geografico.
Simili tra loro e discretamente vicini a Go Dugong ci sono Swun e Earthquake Island. Swun è un ragazzetto di vent’anni che fa una chill wave (o come ho letto ultimamente, per marcare la presenza di ritmiche più serrate della chill wave: chill step. Termine odiosissimo, lo so) incredibile, ha molte idee brillanti, canzoni piene  di synth pop filtratissimi e un vero e proprio talento nello scrivere delle canzoni dai connotati pop. L’altro suo compare (sulla carta, non credo si conoscano) è Earthquake Island, anche lui già recensito su queste pagine, produttore molto abile le cui ritmiche ricordo mi lasciarono sbalordito al primo ascolto di What A Simple Day Mr. Frog, il suo ultimo EP. Vive in Giappone e le influenze orientali nei campionamenti e nelle percussioni si sposano perfettamente con la sensazione di tranquillità che pervade Shake, il primo di tre EP. Peccato che nonostante la sua prolificità e la sua bravura abbia così poco spazio come artista.
Spostandoci su territori più estremi voglio parlarvi di un altro ragazzo, Mogu: la sua musica è IDM contaminata da dnb, ritmiche spesso velocissime e suoni violenti, da Four Tet ad Aphex Twin. Mogu si trova nel mezzo e la sua musica è in alcuni frangenti di livello assolutamente altissimo.
L’ultima pulce nell’orecchio di oggi è Johnny Paguro, dj affermato sotto il nome di Albibello, sicuramente il personaggio più conosciuto insieme a Go Dugong nel listone odierno. Johnny è il produttore, tra questi, più danzereccio. Il tag di ogni suo pezzo su Soundcloud è “Discometadone” quindi vi lascio solo immaginare: è un’elettronica elegante, compulsiva, profonda. Un alternativo e validissimo modo di ballare.

Nel panorama musicale mondiale non è sicuramente la musica più conosciuta, tantomeno in Italia. Spero che una rubrica del genere possa tornarvi utile. Magari scoprite il vostro genere preferito.