biglietti-concerto-james-blunt-padova

Era il 2004 quando l’ex militare James Blunt esordiva nel mondo della musica con Back to Bedlam, album destinato a raggiungere le vette di tutte le classifiche di vendita internazionali e fare breccia, con singoli dall’alta carica sentimentale, nei cuori di tutte quelle adolescenti che nel soldato eunuco, allontanatosi dal servizio perché troppo sensibile e insofferente alla guerra e alla violenza, trovavano sorgente di tenerezza e probabilmente anche le prime turbe ormonali.

Seguirono mesi in cui il degno discendente vocale di Dolores O’Riordan dei Cranberries imponeva la sua fastidiosa presenza in ogni chart, con pezzi ridondanti, tediosi, eseguiti in quel falsetto molesto che speravamo restasse esclusiva dell’Adam Levine dei Maroon 5You’re Beautiful fu probabilmente il più insostenibile di quei brani. E quindi quello di maggior successo.

A dieci anni da quella che potremmo definire una delle più perverse violenze sull’umanità mai conosciute, arriva il mea culpa.

” [You’re Beautiful] fu mandata giù a forza dalle persone e divenne noiosa, e la gente inziò ad associare l’artista al medesimo aggettivo […] Esistono un paio di mediocri brani super-emotivi per cui sono famoso. Ma credo che la cosa sia ormai superata.”

Quando c’è l’oggettività, l’onestà e l’autocritica allora c’è tutto. Bravo James.

Purtroppo siamo obbligati a riproporla. Ma voi non siete obbligati a premere play.