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“Se tutti sono contenti non c’è bisogno di creatività”, diceva uno scrittore indiano.

La creatività, certo, parola tanto in voga e portatrice di tanti discussioni: nella musica, ad esempio, cosa può ancora essere nuovo?, cosa si può creare ancora?, cosa verrà domani?. Se ancora non si è trovata la ricetta per il nuovo genere musicale capace di creare una scena del tutto nuova e rivoluzionaria, ci si può sempre ispirare ai maestri (o in alcuni casi a qualche pippa) del passato – tanti sono gli esempi che non staremo qui ad annoiarvi elencandoli.

Succede però che dal prendere ispirazione all’arrivare a copiare il lavoro di qualcun altro il passo è molto breve. Il plagio, nel mondo della musica, è cosa ben frequente – su tutte, la similitudine tra Surfin’ U.S.A. dei Beach Boys e Sweet Little Sixteen di Chuck Berry ha fatto storia –  e bisogna stare molto attenti a ciò che si fa, e a come lo si fa.

Proprio questo ha fregato i Tame Impala, i quali sono stati recentemente accusati di plagio da un sito di news cileno per Feels Like We Only Go Backwards, successone estratto da Lonerism, album pubblicato dalla band australiana nel 2012. Secondo il sito di cui sopra, il singolo sarebbe parificabile ad Océano, un singolo del 1989 della pop star argentina Pablo Ruiz.

La somiglianza c’è e le strutture paiono proprio esser quelle per entrambi le canzoni.

Il video qui sotto renderà tutto più chiaro, intanto facciamo i complimenti a Ruiz per la copertina dell’album (potete vederla nel video).

Riascoltiamo la cover di Feels Like We Only Go Backwards da parte degli Arctic Monkeys.