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Cosa spinga Rufus Wainwright a venire dal Canada fino a Sanremo per esibirsi all’Ariston lo sa solo l’altissimo.
Considerando poi che il nostro paese è popolato anche da alcuni bifolchi che hanno deciso di fare una petizione contro la sua esibizione, ritenuta blasfema, il tutto diventa ancora più inspiegabile.
I suddetti bifolchi, per chi non dovesse saperne nulla, sono una manciata di cattolici bigotti scandalizzati dal fatto che il nostro caro Rufus abbia scritto una canzone intitolata Gay Messiah

Con parole loro:

Negli ultimi giorni, migliaia di persone si sono dichiarate indignate e scandalizzate sui social network per la presenza di Rufus al Festival, considerando l’invito una provocazione verso la sensibilità religiosa di molti telespettatori e un atto di propaganda contro i valori della famiglia.

La RAI offre un servizio pubblico, e dovrebbe dimostrarsi particolarmente sensibile ai contenuti proposti nei propri programmi e al rispetto per i telespettatori. Oltretutto, come è ovvio, la televisione pubblica viene sovvenzionata dal canone, una tassa che tutti i cittadini sono tenuti a pagare. È semplicemente vergognoso che un telespettatore debba essere insultato e offeso nella sua libertà religiosa da un cantante pagato con le tasse che egli stesso versa nelle casse dello Stato.

Con tutto il rispetto che si può dare a dei cerebrolesi come questi (che, è evidente, vogliono solo rompere il cazzo) vorremmo ricordare che Rufus canterà un’innocua cover di Across the Universe e una sua canzone chiamata Cigarettes and Chocolate Milk che, se ascoltata all’incontrario, è chiaramente un innocente inno a Satana.