slowdive2014

Gli Slowdive, la band che ha dato un suono distorto e una consistenza eterea ai sogni sbiaditi e ai pensieri al rallentatore della generazione anni ’90, stanno per realizzare il desiderio di molti di noi.

Dopo averci fatto tremare un anno fa con l’annuncio di una possibile reunion, e dopo aver restituito con il live londinese e quello al Pitchfork Festival un motivo per tornare ad alzare la testa a tanti nostalgici con i capelli davanti agli occhi, arriva direttamente dalla band un tweet con cui ci informano di essere impegnati nella scrittura del nuovo album.

Da una recente session di domande e risposte con i fan concessa da Simon Scott e Christian Savill possiamo già rintracciare dei dettagli sull’album in arrivo. Sappiamo ad esempio che non coinvolgerà nella produzione Brian Eno del quale invece si era avvalsa la band per Souvlaki (1993), e che le tracce saranno tutte, completamente inedite – non ricicleranno vecchio materiale incluso in qualche demo, insomma. Promettono, inoltre, che lo stile delle nuove canzoni resterà fedele al dream pop che caratterizza la produzione della band, ma chiaramente, aggiungono, la tecnologia contemporanea li aiuterà a scolpire il sound in maniera sperimentale: un album “più vivo che mai“.  

Di fatto quello degli Slowdive resta un ritorno destabilizzante, anche a detta di SimonChristian, che si dicono “straniati” dalla nuova accezione del termine shoegazers:

In 1994 shoegaze was a dirty word and used as a derogatory term. […] It is strange how over twenty years this term has slowly lost any connotation that is negative.

Ora che vi siete teletrasportati nel futuro, cari Slowdive, promettete di non lasciarci mai più.