È passato quasi un anno dalla scomparsa di David Bowie, un artista da cui è impensabile un distacco totale, un lutto ancora difficile da elaborare e un uomo incredibile che ancora oggi lascia parlare di sé come se fosse qui in mezzo a noi, tutti i giorni.
Nel 2003 il Duca Bianco, come ha recentemente scoperto Open Culture, mise in rassegna la sua impressionante collezione composta da 2.500 LP, selezionandone 25 tra i suoi preferiti.
Molti di questi dischi sono ormai difficilissimi da trovare, soprattutto in vinile. Open Culture però non si è fermata davanti a questo e dopo una meticolosa e attenta ricerca ha messo insieme una playlist su Spotify con il maggior numeri dei pezzi ritrovati.
Un elenco che spazia dal rock sperimentale dei The Velvet Underground al soul di James Brown, dalla musica classica di Stravinkij al rock psichedelico di Syd Barrett, ecco la lista completa:
The Last Poets — The Last Poets
Shipbuilding — Robert Wyatt
The Fabulous Little Richard — Little Richard
Music for 18 Musicians — Steve Reich
The Velvet Underground & Nico — The Velvet Underground
Tupelo Blues — John Lee Hooker
Blues, Rags and Hollers — Koerner, Ray and Glover
The Apollo Theatre Presents: In Person! The James Brown Show — James Brown
Forces of Victory — Linton Kwesi Johnson
The Red Flower of Tachai Blossoms Everywhere: Music Played on National Instruments — Various Artists
Banana Moon — Daevid Allen
Jacques Brel is Alive and Well and Living in Paris — Cast Album
The Electrosoniks: Electronic Music — Tom Dissevelt
The 5000 Spirits of the Layers of the Onion — The Incredible String Band
Ten Songs by Tucker Zimmerman — Tucker Zimmerman
Four Last Songs (Strauss) — Gundula Janowitz
The Ascension — Glenn Branca
The Madcap Laughs — Syd Barrett
Black Angels — George Crumb
Funky Kingston — Toots & The Maytals
Delusion of the Fury — Harry Partch
Oh Yeah — Charles Mingus
Le Sacre du Printemps — Igor Stravinsky
The Fugs — The Fugs
The Glory (????) of the Human Voice — Florence Foster Jenkins
Per un attimo è come entrare nel salone di casa Bowie, David è seduto sulla sua poltrona, gambe accavallate e ci fa conoscere un’altra parte di sé stesso, la sua musica preferita.
If you can possibly get your hands on any of these, I guarantee you evenings of listening pleasure, and you will encourage a new high-minded circle of friends, although one or two choices will lead some of your old pals to think you completely barmy. So, without chronology, genre, or reason, herewith, in no particular order, 25 albums that could change your reputation.
David Bowie
