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Intersezione tra psicologia, spiritualità, scienza, religione e, naturalmente, musica. Che i Crystal Fighters fossero personaggi fuori dagli schemi lo si era già capito ai tempi dell’interessante debutto con Stars of Love. Educati, raffinati anche se non rinunciano ad assecondare ed evidenziare qua e là la loro esuberanza e la loro verve un po’ fricchettona.

Le influenze sono così numerose che è estremamente difficile indirizzarli e circoscriverli all’interno di qualche atmosfera musicale world-influenced. Poco importa, l’inno cletico del quintetto spagnolo è quello di parlare al mondo attraverso percussioni basche, chitarre latinoamericane, melodie giapponesi, cori africani, embè l’unica cosa da dire a riguardo e che ci riescono e lo fanno anche bene.

A volte è un bene allontanarsi – volontariamente o meno – dalla strada conosciuta e abitudinale. Non perché si giunga a mete fantastiche e migliori delle precedenti, ma semplicemente perché si riesce a valutare con più lucidità e consapevolezza la validità del percorso precedente. E magari tornarci. O magari no.

 I combattenti di cristallo creano degli autismi emotivi non da poco, attenzione.