63a708a7-s

Partiamo da un assunto fondamentale, una legge di natura: se lasci una donna, per quanto sacrosante siano le ragioni alla base della scelta, a quella donna roderà tanto da consumarsi gli organi interni ed implodere.

Nella più grande delle friendzone, attualmente, si situa la polistrumentista islandese Björk, che ha accettato la recente rottura col compagno Matthew Barney con una pace interiore paragonabile al breakdown di Britney Spears nel 2007 (si allega diapositiva).

britney-spears-umbrella-3

Björk avrebbe potuto optare fra differenti palliativi, tutti più o meno efficaci e tramandati in anni di sodalizio fra donne scaricate. Tanto per suggerirne alcuni: maratona de Il diario di Bridget Jones parte prima e seconda; sfogo della frustrazione sessuale davanti ai dvd di Sex And The City; aggiornamento della situazione sentimentale su Facebook.

Troppo riduttivo. A Björk proprio non va di essere icona internazionale della presa a male. Forse l’ascolto in loop di Single Ladies di Beyoncé ha risvegliato un sopìto spirito da suffragetta; fatto sta che è andata fuori di testa, e lo dimostrano segnali evidenti.

beyonce-funny-single-ladies-tweet-Favim.com-1052451

Nella Top  delle mattate di Bjork figurano:

  1. Il prezzo spropositato dei biglietti per l’unica data in Italia, il 29 Luglio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Si spazia dai renziani 80 euro per la tribuna laterale, sino ai 149 per il parterre centrale. Costavano meno i Rolling Stones la scorsa estate al Circo Massimo. Ripeto, i Rolling Stones.
  2. Il disco non è, né sarà disponibile su Spotify. La motivazione addotta in una intervista di qualche giorno fa sembra quella di un profeta santone che crede che scattare le fotografie ti rubi l’anima:

“Guess what? This streaming thing just does not feel right. I don’t know why, but it just seems insane.”

Insomma, Björk deve darsi una calmata. La reazione al prossimo colpo di testa può essere una soltanto, nella più italica delle tradizioni: