Dopo aver chiuso i battenti lo scorso 20 aprile a causa dell’emergenza sanitaria, il Berghain ha riaperto i battenti grazie alla mostra di arte contemporanea Studio Berlin. L’esposizione, organizzata dalla Boros Foundation, con la direzione di Karen Boros e Juliet Kothe, è uno degli appuntamenti culturali più allettanti della stagione autunnale.

Christian Boros, curatore della mostra insieme a Karen Boros, ha raccontato che l’idea è nata durante il lockdown: “Per tre mesi, durante la quarantena, parlavamo con diversi artisti al telefono ogni giorno. Berlino era bloccata, quindi perchè non lavorare insieme?”. E grazie a questa rete di contatti la mostra riunisce oltre ottanta artisti contemporanei che vivono e lavorano a Berlino dando così vita a un’importante ricognizione del panorama artistico cittadino.

Il tempio mondiale della techno si converte temporaneamente in spazio espositivo e la ragione non è casuale: nei primi anni 90, i proprietari Michael Teufele e Norbert Thormann organizzavano delle serate rave fetish in un ex rifugio antiaereo nel quartiere Mitte, lo stesso che attualmente ospita la collezione della Boros Foundation.

La mostra ha debuttato il 9 settembre e sarà aperta al pubblico fino a fine dicembre, ospita ben 80 artisti attivi in campi eterogenei – fotografia, scultura, pittura, video, suono, performance e
installazione – che attraverso i loro lavori permetteranno di analizzare il tema dello studio “come spazio di contemplazione e produzione”. Anche per questo motivo la sede della mostra è Berlino, la quale è la città che attualmente possiede la più alta densità di laboratori e atelier per artisti su scala europea, riuscendo da anni ad attrarre autori provenienti da tutto il mondo.

La Boros Foundation e Berghain hanno voluto così affrontare l’emergenza: offrerendo agli artisti attivi in città una piattaforma pubblica per continuare a presentare i rispettivi lavori e mantenere attivo e proficuo il dialogo con il pubblico. Fino a dicembre si potranno varcare le porte del Berghain senza affrontare la severa doors election, tuttavia rimane in vigore il divieto assoluto di scattare fotografie all’interno dell’ex centrale elettrica che sorge tra i quartieri Kreuzberg e Friedrichshain. Il biglietto d’ingresso andrà a sostegno del Berghain, colpito duramente come tantissimi altri locali berlinesi dal lockdown.

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