Andrà forte nel reparto geriatria degli ospedali della Lousiana. Sono tornate una delle band più fiche e esaltanti della storia della musica, peccato che abbiano più di un sessantello a testa e scrivano patetici testi da ragazzini drogatelli e punkabbestia che si consumano la faccia con una di quelle improbabilissime droghe che una volta non ho provato nonostante volessero darmela gratis. Quelle droghe lì, dico.
Ogni volta che sento parlare di Rolling Stones mi viene in mente quella volta che eravamo io e Keith Richards di fronte a satana e lui ci chiese chi di noi due volesse la vita eterna e l’assuefazione perenne a tutte le droghe esistenti, e chi, invece, volesse un pacchetto di fonzies appena comprati. Io vado matto per i fonzies, quella volta, vendere la mia anima fu davvero un affare gigante.
Perchè questa storia?  Perchè il nuovo singolo degli Stones è un raccapricciante tentativo di pisciare sul loro percorso musicale e su tutta la storia del rock’n’roll. Un vomito di una qualche balla presa male che nonostante tutto entrerà in classifica e questo, ahimè, bisogna riconoscerglielo.