Mercoledì 6 gennaio migliaia di sostenitori di Donald Trump hanno preso parte ad una manifestazione organizzata davanti alla sede del Congresso degli Stati Uniti a Washington D.C., poi sfociata in scontri con la polizia, l’attacco dell’edificio e l’occupazione delle aule dove si riuniscono Camera e Senato.

I parlamentari, poi evacuati, erano riuniti per ratificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni  presidenziali dello scorso novembre. La seduta è stata sospesa fin quando i rivoltosi non sono stati allontanati dal centro nevralgico della democrazia rappresentativa americana. Al momento si contano 4 morti e 52 arrestati.

Donald Trump, che non ha mai accettato la sconfitta elettorale, ha cercato in ogni modo di restare al potere ribaltando l’esito del voto convocando la manifestazione e incitando i manifestanti poco prima dell’attacco al Congresso.

Mentre la polizia faceva fatica a contenere e poi allontanare i manifestanti, il presidente uscente Trump continuava a gettare benzina sul fuoco legittimando le proteste con un tweet poi rimosso dal social. SuccessivamenteTwitter ha bloccato l’account di Trump per 12 ore.

Nel bel mezzo della manifestazione dominata dai Proud Boys – il cui leader era stato arrestato poco prima – sostenitori della fantasticheria di complotto QAnonBoogaloo, suprematisti bianchi e altri personaggi improbabili, sono comparsi, secondo diverse fonti, anche Ariel Pink e John Maus.

Dopo l’interruzione della seduta a causa dell’assalto dei manifestanti pro Trump, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha riconvocato le camere per la proclamazione di Joe Biden e Kamala Harris a presidente e vicepresidente degli Stati Uniti con 306 voti a 232 a favore dei democratici. Biden e Harris giureranno il 20 gennaio.

Alla ratifica dell’elezione di Biden Trump ha dichiarato: “anche se sono totalmente in disaccordo con i risultati delle elezioni, e i fatti mi danno ragione, ci sarà comunque una transizione ordinata il 20 gennaio”. Ha poi aggiunto che “è la fine del più grande mandato della storia presidenziale, ma è solo l’inizio della nostra lotta per rendere l’America di nuovo grande”.