Shigeto

Per chi ancora non lo conoscesse, Shigeto, è stato uno degli artisti più prolifici degli ultimi anni. Scoperto e portato al successo da un’etichetta indipendente e importante come la Ghostly International, è il rappresentante del perfetto connubio tra atmosfere elettroniche e ritmiche hip hop.

Eclettico nelle sue performance live, si alterna tra il controller del laptop, con il quale dirige la sua orchestra di melodie, e la sua batteria acustica che suona magistralmente. Con all’attivo tre album e due EP, avremo il piacere di vederlo live al Fuck Normality Festival, il 12 luglio a Lecce.
In attesa del concerto abbiamo avuto l’opportunità di fargli qualche domanda: gli abbiamo chiesto di come vede la sua musica, del suo rapporto con l’Italia, di Youtube, di X Factor e tante altre cose. Il risultato è stato un minimalismo monosillabico ed essenziale che ci ha dato modo di capire che la principale forma di espressione prediletta da Shigeto è la musica.

 

DW: Ciao Shigeto, come stai? Ascoltando la tua musica, la prima sensazione che si ha è quella di immergersi in un enorme abisso disegnato, dunque la cosa che ci viene naturale chiederti è sapere quali sarebbero i colori predominanti, se le tue sonorità fossero un quadro…

Shigeto: Ciao a tutti! Se la mia musica fosse un quadro, sicuramente sarebbe dipinta da lacrime di gioia e dolore versate su una tela tesa sulla mia pelle.

 

DW: Ormai qui in Italia, possiamo dire che tu sia di casa, dati i tanti concerti nei quali ti sei esibito. Quale è la cosa a cui sei più affezionato o che preferisci? Noti qualche caratteristica particolare in questo Paese piuttosto che in altri?

S: Forse vi sembrerò banale ma il cibo che ho assaggiato in Italia, non l’ho trovato da nessun’altra parte.

 

DW: Parliamo dell’attuale mercato musicale: cosa ne pensi del fatto che Youtube voglia bannare dal suo network tutte le etichette indipendenti, lasciando spazio esclusivamente alle major? Se la cosa venisse ufficializzata, un’etichetta importante come la Ghostly International, verrebbe chiamata fuori. Come immagineresti la tua situazione senza Youtube?

S: Non promuovo la musica attraverso Youtube, mai fatto. Non ho mai caricato alcun video dei miei singoli dunque non credo potrebbe danneggiare né me né la Ghostly International. I video con più seguito e visualizzazioni che sono presenti su Youtube sono per lo più caricati dalla gente che mi segue e dall’etichetta per la quale lavoro. Forse per la Ghostly  potrebbero presentarsi problemi di gestione manageriale e promozionale per la musica che pubblicano, ma sono sicuro che ad ogni modo faranno le scelte giuste per tutelare gli artisti che producono.

 

DW: Al riguardo apro una parentesi sui mezzi che oggi sono a servizio dell’industria musicale per permetterne la diffusione: da Youtube a Spotify a qualsiasi piattaforma web di vendita, passando alla stampa su vinile che pare abbia risvegliato il fatturato della musica. Quale pensi sia il modo migliore per ottenere un risultato soddisfacente tra promozione e vendite?

S: Ad essere sincero non mi preoccupo troppo di queste cose, quindi non saprei cosa rispondere…

DW: Siamo nel 2014 e l’universo musicale pare non avere più limiti creativi. Il crossover tra gli infiniti generi è all’ordine del giorno. Nel  proporre il tuo stile come ti collochi in questo scenario? Ti trovi a tuo agio?

S: Come accennavo nella prima risposta di quest’intervista, la mia musica è il risultato di quello che vivo sulla mia pelle, giorno dopo giorno. Al momento mi trovo molto a mio agio, creo i miei spazi musicali senza pormi particolari strutture o stilemi da seguire.

 

DW: Favorevole o contrario agli snobismi musicali?

S: Non sono contrario, credo che ci sia un tempo e uno spazio per essere snob…

 

DW: Ti chiamano come opinionista ad X Factor, ci andresti?

S: No, mi imbarazzerebbe troppo, rischierei qualche pessima figura.

 

DW: Un pezzo, un album o un artista mainstream che ti piace particolarmente?

S: Ce ne sono molti. In termini di musica pop, mi è piaciuto molto l’album di Frank Ocean, l’ultimo album di Drake e musica random che ho ascoltato in radio a Detroit!

 

DW: Quale è il tuo contributo dato alla musica del quale vai più fiero?

S: Il mio ultimo album, No Better Time Than Now.

 

DW: L’intervista è finita: un consiglio da dare a chi inizia a creare musica, dj, musicista, compositore o chiunque lui o lei sia.

S: Fate musica per amore non per trarne fuori qualcosa che sia il guadagno, che sia la fama. Con questi scopi potreste non riuscirci mai.