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“Live fast die young!”

E se invece di essere un semplice motto, fosse tutto vero?

In uno studio recente sono stati selezionati 1000 album (europei ed americani) dei diversi generi rock, pop, r&b, new age ed elettronica, ed è venuto alla luce quello che può essere definito a tutti gli effetti il tasso di mortalità delle rockstar.

Non sono semplici luoghi comuni sulla vita dissoluta e autodistruttiva di smanettoni con chitarra o rapper incazzati, ma sono statistiche che hanno fatto emergere, su tutti, 3 dati rilevanti.

In primo luogo gli artisti hanno una mortalità altissima, fino a 1,7 volte maggiore rispetto alla media dei comuni mortali. Interessante, poi, il secondo aspetto evidenziato, ovvero che le star europee muoiono prima di quelle americane; ma tale valore per gli europei, si riabbassa al compimento del 25esimo anno di età, dopo il quale esso si riallinea con la media della popolazione “civile”. Da ultimo, gli scienziati interpellati sostengono che dagli anni ’80 in avanti tale tasso di mortalità si sia notevolmente abbassato.

Ma quali sono le cause?

A legger tra le righe non si può non nascondere come le cause principali di queste morti giovanili siano da ricondurre ad un abuso massiccio di sostanze stupefacenti, psicotrope o all’assunzione di farmaci. Droghe che, dagli anni ’80 in avanti, forse, sono diventate meno pericolose – o forse si è sviluppato un consumo intelligente delle medesime -. C’è anche da sottolineare come stress, vita di solitudine ed eccessiva mancanza di punti di riferimento, crei disagio e disturbi rilevanti di personalità, eclatanti nei soggetti deboli. (E infatti un altro studio, più vecchio, ha evidenziato che i solisti muoiono prima delle band).

Janis Joplin, Jimmy Hendrix, Tim Buckley, Ben Scott, Jim Morrison, Elvis, Ian Curtis, Amy Winehouse, Sid Vicious e Layne Staley, tra i più famosi.

Ma non c’entra soltanto la droga. Aaliyah, Buddy Holly e Otis Redding sono morti a seguito di incidente aereo; Mama Cass – sebbene pare essere una bufala non confermata – mentre mangiava un panino al prosciutto; Nico dei Velvet Undeground in un incidente in bicicletta e Jeff Porcaro dei Toto veniva ucciso da un pesticida mentre faceva giardinaggio.

In conclusione abbiamo imparato che fare la rockstar drogata fa male, malissimo. Si muore prima e non ci si gode la vecchiaia in carrozzina. Purtroppo, la vita fuori dalle statistiche ci dice anche dell’altro, ovvero che il lavoro porta alla morte, soprattutto se non si controlla lo stress che  lo stesso comporta.

Si muore nelle stanze di albergo o sul palco. Ma si può morire anche mentre si monta il palco, o nelle fabbriche che producono attrezzature da palco, o ancora in mezzo alla folla nei festival di tutto il mondo.

Si muore sempre, soprattutto se da vivo fai musica di merda. Se, invece, sei come loro puoi anche morire da uomo libero, lasciando alla storia la tua leggenda.

You walk past a café, but you don’t eat when you’ve lived too long

Oh no no no, you’re a rock ‘n’ roll suicide!