SCISSOR SISTERS
MAGIC HOUR – Polydor

Magic Hour è il quarto album degli Scissor Sisters, che va ad alimentare la gay-wave di cui loro sono primi o quasi esponenti per quanto riguarda il clubbing e tutte quelle cose che si fanno in una dancefloor.
Quarto album, successivo a Night Work che di pregi ne ha un bel po’ e di difetti pure, anche se pochi. La storia sembra un po’ cambiata, ce la si fa comunque a far ballare ma in modo un po’ diverso.
Tutto ciò si spiega con le collaborazioni di rilievo all’interno di Magic Hour: i nomi sono altisonanti per quanto riguarda la produzione dance attuale, andiamo da Diplo e Pharrell ad Azealia Banks (che non produce ma è in mezzo a rappare) e Calvin Harris. Tutto pone le basi per un album brillante, un electro pop originale e fresco e tutto da ballare.
Nell’ascolto è ciò che avvertiamo, ma solo a tratti, le tracce sembrano proprio alternarsi: una da farti scendere le palle nei calzini e l’altra che te le tira su, poi giù, poi su, si va un po’ così.
Pare proprio che alcuni brani siano messi lì per riempire lo spazio, per fare numero e completare l’album: dalla open-track Baby Come Home che però così misera non pare essere, in perfetto stile Scissor Sisters, a Inevitable che non ti evita 4 minuti di ascolto disinteressato ed annoiato, passando per Year Of Living Dangerously  fino a San Louis Obispo, con i suoi suoni un po’ tropicali coi quali potersi chillare per bene un giorno di piena estate in una spiaggia a Santo Domingo.
Certo, un album non puoi farlo con 13 bombe, quindi questi intermezzi vengono compensati da tracce davvero notevoli. Esuberante Keep Your Shoes in cui i ritmi moombahton giustificano la presenza di Diplo e cominciano a far ballare, Only The Horses si avvicina un po’ al mondo di Calvin Harris con l’intro che richiama alla We Found Love con Rihanna e alla dance felice e gaia. Let’s Have a Kiki ha una Ana Matronic che con le sue percussioni dà quell’aria molto afro alla situazione distanziando gli Scissor Sisters dal loro solito sound, come fa pure Shady Love con una Azealia Banks che rappa come sa ben fare.
Tra le ultime tracce spicca nel vuoto Somewhere con le sue sonorità synth pop anni ’80, mentre a chiudere c’è un outro raccontata che mette fine a Magic Hour. Fuck Yeah è un gran pezzo, ma resta una bonus track per il mercato UK.
Gli Scissor Sisters son tornati a far ballare, ci regalano ancora pezzi da aggiungere ai nostri mixtape pop gay quirky electro e qualche altra cosa.
Per il resto l’album è poco più che sufficiente.

6.2/10