ftse

FTSE. Alla maggior parte di voi forse questo acronimo non dirà nulla o meglio non farà venire in mente nulla di particolarmente esaltante, infatti prima di scoprire questo artista l’unica cosa a cui ricollegavo questo nome era l’indice azionario utilizzato in Borsa. Sì, esattamente il Financial Times Stock Exchange, quello che il nostro caro esperto di borsa del TG5 Paolo Trombin chiama quotidianamente “futsi o fuzzi” qual dir si voglia.

Alla fine si sa, di ‘sti tempi un giorno il FTSE è in rialzo, il giorno dopo magari crolla, la borsa un giorno guadagna e l’altro invece perde tutto. Bene guyz ora mettetevi belli comodi e tranquilli perché oggi non si perde proprio nulla, anzi oserei dire che oggi state per fare l’affare del mese o chissà, magari dell’anno.

Allora, cominciamo: FTSE è un giovanotto delle Midlands inglesi, più precisamente di Leicester il cui vero nome sembra essere Sam Manville, sembra sì, perché come spesso accade ultimamente con gli artisti emergenti l’alone di mistero che li circonda rende inaccessibile, o quasi, qualsiasi informazione ulteriore sulle loro vite personali. No, beh sappiamo anche che ha aperto gli AlunaGeorge nel loro concerto di Birmingham, punto. Nessuna pagina Facebook, né Twitter signori, l’unica cosa che potete spulciare è il suo Tumblr se volete.

Beh poco importa comunque se non sappiamo il nome del suo cane o altro, noi vogliamo solo spingere play. E play sia. Prima traccia che incontro è l’ultima pubblicata, “Float” una ballata slowtempo, con linee di basso leggere ed eteree nella quale FTSE ha preso in prestito la voce avvolgente di Kenzie May per creare questo gioiello di semplicità e bellezza gelida e minimale. Non so voi ma io sto galleggiando. Letteralmente.

Bene, quando avrete finito anche voi di galleggiare immergetevi tutto d’un fiato in BEGIN, il mixtape che raccoglie tutti i 12 brani fino ad ora prodotti da FTSE disponibile su bandcamp in free download. LIES ti strega con i suoi synth malinconici a cui fa sfondo il vociare confuso tipico di un qualsiasi cafè che mi ricorda tanto quello che troviamo in Another Year di Brolin. In SHADAHS II nonostante il ritmo incalzante dei beat la voce di Sam ci sussurra all’orecchio che sarebbe bello se fingessimo di essere tutti delle ombre, almeno per un po’; se siete dei nostalgici poi c’è DUTTY WINEHOUSE dove ritroviamo Amy e la sua voce eterna perfettamente incastrata in una traccia da ascoltare in loop. SIRVYVIN invece fa esattamente quello che non ti aspetti dalla musica elettronica, spesso considerata asettica e distaccata, ti emoziona, parlandoti della fine di una relazione. Beh. Si chiude con NU SUM, che apparentemente può sembrano il solito titolo criptico invece no, e ve ne renderete conto quando a 0:44 questo genio delle Midlands riesce a mixare con un perfezione sconvolgente la sua traccia con l’inconfondibile intro di Cosmia di Joanna Newsom (NU SUM, appunto). Cosmico.

Bene se l’indice di borsa FTSE fosse come il nostro artista sarebbe in costante rialzo e probabilmente non ci sarebbe nessuna crisi economica, no amici, saremmo in piena età dell’oro.

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