maynam

Ascoltare per la prima volta May Nam significa immergersi totalmente nel suo mondo,  un labirinto di colori, atmosfere chillwave e glitch sonori in cui perdersi.

May Nam è un italiano trapiantato a Berlino, conosce la musica e  ha imparato a plasmarla a suo piacimento. Le sue tracce non sono mai banali; da tumulti sonori si fanno largo loop di chitarra acustica dominanti e ipnotici; in pezzi come We Ran Out Of You Leppeln le corde vibrano su basi eteree, mentre in Sun Tempel Hope ci troviamo in compagnia  unicamente di una chitarra acustica, che si lancia in giri d’accordi e d’arpeggi raffinati, che solleticano il termine prog.

Il lavoro di May Nam inizia a metà 2013 con una serie di singole canzoni. Alla ricerca di un sound personale raggiunge il culmine con  Albatrost. Nel disco troviamo la somma di tutta la sua produzione: reminiscenze corali alla Fleet Foxes, un ambient che crea spazi enormi e tranquillità spirituale, calde chitarre acustiche, sentimenti che vanno dalla nostalgia alla gioia e una forte dose di Animal Collective e derivati.

Una nota di merito va alla produzione video realizzata dall’artista, che riesce a cogliere in pieno l’essenza della sua musica: un’orgia di immagini presenti e passate, un oceano di pensieri da cui attingere che aggiungono quel qualcosa in più ai suoi pezzi.

Non abbiamo alcun timore nel dire che questo ragazzo,vista l’enorme cura messa nel proprio lavoro, saprà ancora sorprenderci. L’unica vera pecca, forse, è il ritardo con i tempi, ma alla fine a chi importa veramente?

Di seguito una breve intervista:

Raccontaci un po’ di te.

Sono nato nella provincia padano-veneta. Son cresciuto tra quei campi e tra le tavolate prandiali messinesi pre-spiaggia con la caponata la pumadora e la gente che grida felice. Background siciliano, insomma. Vivo all’estero da una molteplicità di anni. Mi sento pretty much europeo, “parlo le lingue” and stuff.

Belle immagini, si capisce che riesci a mantenere vive le tue radici ma senza rimanere ancorato ai tuoi natali. Come ti definiresti? e quali sono le tue fonti d’ispirazione?

I miei amici più amici mi vedono come un’artista, sento vociferare, ed è in parte giusto così. Io non riuscirei mai a definirmi un’artista. Cosa è “Arte”? poi non l’ho capito ancora bene, ne Heidegger ne Nietzsche me l’ han fatto entrare e io ho rinunciato a volerci definire un discorso chiuso intorno; non posso guardare la mia parte emotivo-intellettuale e piallarci sopra la paroletta ARTE. Io fo quello che voglio io e basta, senza pensare di base al “come SI fanno le cose”. Personaggi che mi hanno flashato, trucioli di lacrime e risate e grandi trip delle coscienza, ce ne sono e sono 3: Avey Tare, David Foster Wallace, Louis CK. Beside that, il ruscello della vita sono la famigghia e i miei amici e l’emotività che creiamo assieme. Sono loro che mi accompagnano quando suono quando scrivo quando dico. Ergo per cui sì, direi che sono gli affetti che mi alimentano il fuoco dentro. Ascolto musica compulsivamente da quando ho 6 anni, quindi boh: ho un range che va dai Black Sabbath ad Amedeo Minghi, da Edvard Grieg all’ Ariel Pink delle cassettine, da Cristina D’Avena ai Fantomas ai Supersilent. Quindi ecco.

I tuoi video sono ricchi di immagini che richiamano ad un lontano passato, sono la proiezione visiva delle tue canzoni?

Soffro di Nostalghia, è una malattia che colpisce il sistema neuropsicoscoppiez centrale. Per gestirmi la situazia, devo da tempi atavici fermare il tempo con le foto e i video e le letterine e le scritte sui muri. Per me è naturale mettere nei miei video le immagini che ho preso randomly. Montarmi i video da solo in cameretta significa una apnea di giorni davanti a cose che ho fatto e a persone che, plus il Caos di frammenti non calcolati e ormai onirici che poi magari si incastrano perfetti con certi passaggi musicali. Alcuni amici ritornano ciclicamente, soprattutto quelli che non ho più vicino fisicamente e che vorrei tanto stringere. Poi vabbè, mi piace il casino e mi piacciono i colori briosi e svolazzanti in fondo al mar. Non tollero molto il nero. Ovviamente sono video completamente privi di struttura solida. Sia mai…

Che progetti hai in serbo per il futuro?

Rimanere una persona viva.
Suonare, cucinare-divorare, viaggiare, scrivere cazzate, correre come Forrest Gump. Poi vorrei tanto suonare. Poi mi piacerebbe anche comporre musica. In generale continuerò a suonare, almeno fino a che mia mamma non mi chiama dalla cucina “Aesandro vien xo che xe pronto”.

Grazie e in bocca al lupo! 

Grazie a voi.