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Parigi. 2011. Loic Fleury e Jules Paco sono amici dall’età di 14 anni, e a unirli c’è la forte passione per la musica. Loic ha nel suo background Pink Floyd, Elliott Smith e Sufjan Stevens; Jules invece trae ispirazione da artisti come Aphex Twin, Bonobo, Gang Starr and The Pharcyde. Figli del French Touch, amanti dell’indie folk nonché dell’hip hop, portatori di un’originale visione del Pop 2.0: da queste premesse nasce così il progetto Isaac Delusion, che vede Loic nelle vesti di singer/songwriter e Jules in quelle di electronic producer, ai quali si affiancano oggi il basso di Nicolas e la batteria di Bastien. Isaac in onore a Newton, per una musica che è legata alla gravità (“We’re prisoner of the gravity but thinking still be free”), delusion invece va inteso nella sua accezione più ampia: non semplice delusione, ma piuttosto illusione, delirio onirico. Agli inizi del 2012, attraverso l’etichetta francese Cracki Records, avviene il debutto con l’EP Midnight Sun: 4 ottime tracce ben accolte da pubblico e critica. Le note della title-track Midnight Sun sembrano accompagnare il cammino verso una dimensione eterea.

Nel 2013 è poi la volta di Early Morning, secondo EP. Continua  così alla grande il percorso tracciato dal primo lavoro della band. Il 2014 si candida a essere l’anno della svolta. A giugno di quest’anno maturità e consapevolezza dei propri mezzi portano infatti gli Isaac Delusion alla release dell’omonimo debut album Isaac Delusion, un mix di 12 tra inediti e tracce già presenti nei due EP.

Si parte con la delicatezza di The Child You Were, la sopra citata Midnight Sun e l’anima sognatrice dell’inedita She Pretends; si scivola poi a Pandora’s Box, così da aprire un vaso dove a travolgerci ci pensano sonorità tribaleggianti, in un turbinio di percussioni e chitarre appena pizzicate. Beat e synth di Children Of The Night a creare un’atmosfera ipnotica , Land  Of Gold a completare la prima metà dell’album: l’iniziale eco di voci è il preludio alla parte più corale e all’inaspettata parentesi funky. L’insolita armonica di The Devil’s Hand precede If I Fall, brano che, mediante voci flebili e chitarre acustiche, risulta il più intimo ed etereo dell’album. Arrivano A Little Bit Too High, con evidenti richiami alla disco music, Early Morning, ripescata a ragione dall’omonimo EP, l’orientaleggiante Dragons e a chiudere Sleepwalking.

Con un’opera prima davvero valida gli Isaac Delusion ci dimostrano di essere molto di più che semplice hype, meritando tutta l’attenzione che stanno via via ottenendo. Forse al di là delle Alpi gli AIR e i Phoenix hanno trovato in loro buona compagnia… voi che ne dite?