A Londra ci sono più band che tombini, e questo è un dato di fatto. Ci sono i tombini in ghisa e quelli in cemento. Ci sono tombini circolari e tombini rettangolari. Ci sono tombini migliori di altri tombini. E ci sono quindi band migliori di altre band.
Una di queste band si chiama Big Hat. Parlando di loro così dicono: “When Fleet Foxes had unprotected sex with Stornoway, Big Hat was born”. Ed è proprio ciò che sono loro, questi cinque ragazzi inglesi che presentiamo: George Taylor (voce e chitarra, acustica), Rollo Doherty (voce e chitarra, acustica), Jack Reader (chitarra elettrica), James Wolfe (basso) e Toby Richards (batteria).
Si son formati per scherzo (e non scherzo), e questo qui è il primo pezzo che hanno fatto al primo live, per il quale si impegnarono ad imparare a memoria tutto il testo. Una volta lo feci anche io anni fa ma insomma avrei potuto passare quell’oretta a grattarmi la nuca. Lo stesso pezzo è stato usato per il video promozionale che hanno fatto, che si può trovare sulla loro pagina Facebook ma che io vi metto qui per farvi fare due risate perché si crepa sicuro.
Comunque parlando dei Big Hat parliamo di un suono fresco, no, niente synth o chill, ma roba che ci piace e che si ascolta con tanto piacere, un po’ per cuori fragili. Fino ad ora hanno prodotto due EP, Flyfishing e Sparks, entrambi del 2011, e tanti live show in UK dove si sono mostrati assolutamente validi. Progetti per album e progetti per crescere quanto più nelle live sessions ci sono tutti e tutto sta andando parecchio bene oltremanica.
Un giorno li vedremo in Italia e ve lo dico io, intanto conosceteli, ascoltateli e piaceteveli.
Enjoy!

‘Big Hat – Hara Kiri’