111Facciamo il nostro ormai consueto bungee jumping nel buio. Per rendere il tuffo ancora più trasgressivo stavolta ci mettiamo anche un passamontagna in testa e decidiamo di far detonare un sintetizzatore durante il volo. Una volta che avremo finito di penzolare e che saremo stati (si spera) tirati su, basterà guardarsi allo specchio per notare la grandissima somiglianza tra noi e Blood Cultures.

Il trend per la stragrande maggioranza dei new artists in circolazione è ormai chiaro a tutti: nessun nome e nessuna informazione biografica degna di nota. Anche per Blood Cultures vale la stessa cosa; solo una  striminzita pagina Bandcamp e una ancor più spoglia pagina Soundcloud. Come un vero e proprio rapinatore dal viso copertissimo, si è intrufolato nella nostra banca dati musicale quando meno ce lo saremmo aspettato, aggiungendo nuove sonorità letteralmente senza volto. Ipotizziamo che il suo sia un solo project e che provenga dal New Jersey anche se alcune attitudini della sua musica lo avvicinano prepotentemente all’Europop. Sembra quasi che dalle coste statunitensi sia stato trasportato su quelle svedesi e come un sassolino, fatto saltare sulle acque del Mare del Nord dal nativo di Stoccolma Iamamiwhoami.

Si è presentato al mondo agli inizi di ottobre con Indian Summer, una traccia troppo bella per essere ignorata. La traccia d’esordio non è altro che il risultato dell’unione degli ingredienti più succulenti che si possono associare al synth-pop.

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Un’introduzione alquanto diretta affidata ad una disinvoltissima chitarra esotica che apre la strada ad un’esplosione di synth, sulla falsa riga di Heartbeat dei Knife e di Dance Yrself Clean dei LCD Soundsystem. Atmosfere di un’estate passata e ormai lontana, con idiosincratiche tastiere e flebili vocalizzi. Un’ode nebulosa ma al contempo frizzante di un soggetto senza nome: “I’ve been talkin’ to you in my dreams / I’ve been thinkin of you endlessly”.

Pochissime ore fa è tornato a farsi vivo con Mercury Child, una sorta di bedroom jam intrisa di un’atmosfera inebriante, condita da sintetizzatori tirati a lucido. Le forti influenze di Neon Indian e Washed Out lasciano strada ad una moderna lucentezza, campionamenti euforici e steel drum puntati verso il cielo.

In attesa che il nostro misterioso personaggio levi la maschera, godiamoci i segreti e la musica di Blood Cultures.

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