sundara karmaFor fans of: Swim Deep. Non facciamo Brum Brum con gli amici di Birmingham stavolta però; spostiamoci ad un paio di ore d’autostrada a sud, più precisamente nella non frizzantissima Reading. For fans of: Blaenavon. Pressochè coetanei degli sbarbatelli dell’Hampshire ma con quell’annetto in più che gli permette di vedere i film 16+.

I Sundara Karma ci preparano una colazione all’inglese coi fiocchi, spalmando su un toast estivo, sbrucciacchiato il giusto, un panetto di burro, dolce, figo, ricco di palme e fiori. Una traccia una, uscita meno di una settimana fa, mille parole già spese sul loro conto.

Oscar Lulu, Haydn Evans, Ally Baty e Dom Cordell sono quattro ometti diciassettenni, provenienti dalla stessa high school. All’età di quindici anni, invece di studiare le equazioni e andare a letto presto, amano dormire sui banchi di scuola per essere pimpanti la notte, tracannando birra e iniziando a strimpellare la chitarra, facendosi chiamare The Flux. Il nome non piace, troppo heavy metal secondo Oscar. Decidono all’unanimità di trovare un nome che si adatti di più al loro sound ed ecco che il banner bollywoodiano Sundara Karma fa il suo ingresso tra il popolo indie. Dopo circa due anni li troviamo maturati, non si sa quanto dal punto di vista mentale, ma sicuramente tanto dal punto di vista musicale. Nell’estate 2012 le prime apparizioni live, in cui presentano la politicizzata Man Of Hope e la mistica Golden River. Il clamore non è quello sperato e le due tracce spariscono completamente nel seppur immenso mondo internautico.

Il salto di qualità lo abbiamo con Freshbloom, la prima traccia pubblicata sul profilo Soundcloud della band. Aspettano l’arrivo dell’estate e sfornano qualcosa di estremamente catchy. Quella fresca arietta che ci accarezza il viso, sorprendente e inaspettata, come il primo casuale incontro  di un padre e il moroso della figlia, non è altro che un delicato turbine musicale, nato dal perfetto connubio di ondeggianti chitarre ed estrose vocalità, gentilmente concesseci da Oscar Lulu.

Il mantra del quartetto di Reading è:

MORE REFRESHING THAN SUNSHINE

Mettiamo in azione i pannelli solari perchè qua di sole ce n’è per tutti.

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