marThe Wytches, là dove il surf incontra la psichedelia. Un oceano nero di incubi per questa band di stanza a Brighton, Uk. Se Alex Turner avesse comprato cartoni dietro ai supermercati invece di pensare alle ragazze con le frange ci saremmo risparmiati tutti un sacco di pugnette, e forse non avrebbe dovuto andarsene fino nel deserto del Mojave per registrare Humbug.

In ogni caso, non pensate alla psichedelia come un fenomeno solamente hippy: come potete starvene su un prato a fumare erba facendo i ditalini alle vostre Mary Jane, potreste anche trovarvi allucinati a fissare il tramonto sul Delta del Mekong. Non è un caso quindi che i nostri ragazzi abbiano scelto un produttore come Liam Watson, già al lavoro con Elephant dei nostri cari White Stripes, per dare un tocco diciamo, surf doom, al loro nuovo EP “Beehive Queen“. I riff sono pungenti, la batteria pesta e tutto si mescola con il canto sofferente e quasi posseduto (anche se per essere onesti dovremmo dare a Jack White ciò che è di Jack White) del frontman Kristian Bell. Gli elementi per definire il loro sound sono ancora pochi, ma di certo fisseremo curiosi l’orizzonte, cercando di capire se questi ragazzi riusciranno a scrollarsi di dosso una cacofonia ancora (troppo) punk, per cavalcare finalmente quell’onda psichedelica che sembra averli stregati.

E se è vero quello che affermano qui, allora, non possiamo che aspettarci qualcosa di grande. Come è possibile non fidarsi di persone che a inizio carriera fanno cover del nostro Marilyn preferito?
Stay tuna.

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