superfoodSe il nostro caro amico wisp non avesse detto al sottoscritto che nella propria foto profilo fb sembra quell’ ”inglese del cazzo del cantante dei Superfood”, probabilmente non saremmo qui a parlare dell’ennesimo gruppo uscito dalla madre musicale attualmente più feconda d’Inghilterra, Birmingham. La storia di mistero e anonimato che piace tanto agli indi di tutto il mondo si ripropone anche questa volta. Fino ad un paio di mesi fa i Superfood erano praticamente irrintracciabili, senza pagina Facebook, demo o video su Youtube, eccezion fatta per una fugace apparizione al DIY’s “Hello 2013” showcase. L’unico segno tangibile della loro esistenza è dato dal tanto ormai sdoganato passaparola; si parla di live assolutamente mitici.

Pian piano inizia ad alzarsi un bel polverone, una nube che sembra fatta di zucchero; il loro nome, seppur sommessamente, continua sempre più a farsi strada. Si sprecano velocemente paragoni pesanti; il quartetto di Brummies viene accostato a gente del calibro dei Pavement e dei primi Blur. L’attesa per tutti gli hip boy d’oltremanica e non solo si fa a tratti snervante; tutti attendono l’uscita della prima traccia come se si trattasse della nascita del proprio figlio.

Soundcloud diventa lo Stargate per un nuovo mondo, il mondo dei Superfood. A fine marzo esce l’omonimo singolo, Superfood. Il pezzo è una vera e propria esplosione di freschezza e di carattere. Non siamo di fronte a novità sonore clamorose, ma è incredibile come tutto ci avvolga e ci esalti dal primo all’ultimo secondo. Un’eccitante e fresca voce accompagnata da ondate di chitarre, elevano la band nei piani alti del grattacielo dei nomi nuovi del 2k13. Inaspettate sono la maturità e la sicurezza con cui giocano con il suono, raggiungendo con un solo balzo gli amiconi di quartiere Peace, Swim Deep e Jaws.

Provare per credere.

[soundcloud url=”http://api.soundcloud.com/tracks/86060041″ params=”” width=” 100%” height=”166″ iframe=”true” /]