echoparkItalia, paese di santi, poeti e navigatori. Popolo anche di cialtroni, di comici che fanno i politici, di comici che fanno i comici e dovrebbero solo fare i comici. Per fortuna c’è anche chi, pur non essendo finito sull’Economist come possibile spauracchio per l’Europa intera, sta spopolando nella blogosfera, dopo aver risalito il vecchio continente, dalla Puglia a Londra.

Il protagonista di questo piccolo orgoglio italiano è Antonio Elia Forte conosciuto ai più sotto il nome del suo nuovo progetto Echopark. Come un Roald Amundsen dei giorni nostri, ha deciso di percorrere un sentiero battuto da pochi, lasciando Lecce per raggiungere Whitechapel, coltivando il suo mood dreamy lo-fi.

Teleportation è la prima perla che anticipa l’LP di debutto, Trees, la cui uscita è prevista per il 16 aprile, via Enclaves. Schiacciando play si viene travolti da un arcobaleno di immagini e di emozioni. Un suono caldo, vibrante, incantevole. Siamo al cospetto di un lavoro che ha tanto a che fare con gli Animal Collective, seppur abbia tonalità più luminose e colorate. Dream pop, ma solo quel tipo di sogno luminosamente confuso in cui ci si addormenta nel proprio giardino dopo essersi concessi il migliore degli sballi possibili. La perfezione non è la prerogativa principale per Antonio. L’obbiettivo è quello di catturare e consolidare l’attimo in cui una canzone  emette il suo primo vagito e le emozioni che vibrano nell’aria in quel preciso istante. Un elettrizzante lavoro, attraverso synth abbacinanti, beat palpitanti, raggianti melodie acustiche e quel perfetto bilanciamento di luci ed ombre.

Teleportation stuzzica l’ascoltatore attraverso un’allettante coccola di calore, invocando l’idea del ritorno alla vita dopo questo eterno inverno prossimo al disgelo.

Parliamo in italiano una volta tanto. Restate sintonizzati e prendetene tutti.