Proviamo ora a parlare di qualcosa di figo. Siamo a Dalston, Londra. Una delle migliori “new-band” del 2011, che è riuscita a ritagliarsi una discreta fama nel perimetro londinese, un po’ di più nelle vicinanze di Brick Lane, ma ancora con pochi feedback fuori da quei confini: gli Spector.
Cinque giovanotti londinesi, che a guardarli danno l’idea di essere dei nerd con delle chitarre in mano, decidono un giorno di formare una band e di chiamare questa band Spector. Le palle ci sono tutte, dato che hanno chiamato la loro band col nome del più grande produttore nella storia della musica, nella storia del pop, Phil Spector. Bene, coraggiosi i 5 membri, all’anagrafe Frederick Macpherson (23 anni e frontman), Christopher Burman (chitarra), Thomas Shickle (basso), Jed Cullen (synth e chitarra) e Danny Blandy (batteria). Non si è proprio nuovi qui, Macpherson ci ha provato con due band in precedenza, di nome Les Incompetents e Ox.Eagle.Lion.Man ma sinceramente non ne ho mai sentito nominare. Continuiamo con gli Spector allora. Da qualcuno sono stati descritti così: “somewhere between Roxy Music and the Strokes, the Killers and Kanye West, Pulp and R&B and Frank Sinatra” e ancora come una “reminiscent of The Walkmen maialine into The Killers’ chugga-train drive”. Ora sinceramente io ci ho capito davvero poco in tutto ciò, passerà tempo per comprendere gli accostamenti a Roxy e Kanye West. Un po’ di Killers sembra esserci, con voci e sonorità potenti. Cosa hanno fatto questi Spector fino ad ora? Poca roba, pochi singoli. più che altro promo, che puoi girarci tutta Londra ed avere serie difficoltà a trovarli, io non ho trovato nulla. Però stiamo parlando di roba davvero figa, 3 i singoli pubblicati di cui Never Fade Away (rilasciato da Luv Luv Luv il 20 giugno scorso), What You Wanted, Grey Shirt & Tie, più altre tracce tra cui è estremamente necessario citare Chevy Thunder. Tracce che al primo ascolto non ti ci stanchi, e nemmeno al secondo, roba d’impatto, roba che vale molto di più di tanti album presenti nelle classifiche dei migliori 10 o 50 o insomma gli album del 2011. I testi toccano a tratti i temi del Boss, Springsteen, un po’ parlano di legami da voler o dover definire, le musiche sono cariche, euforiche e allo stesso tempo ti entrano e poi per tutto il giorno ti rendi conto che non riesci a togliere dalla mente le loro canzoni. Ed è proprio allora che pensi: “ok, sono proprio fighi, fammi skippare LSF e cerchiamo Chevy Thunder”. Thunderous stuff. L’apparizione al “Later… with Jools’ Holland” dello scorso 22 novembre è stata una grande passerella per loro, nel 2012 apriranno il tour britannico di Florence and The Machine, sono stati inseriti nella line-up del Field Day del 2 giugno a Londra.
Non si sono (ancora) mai visti tra triangoli, o con gufi, però il 2012 sarà l’anno del loro primo album. E da quel giorno se ne parlerà abbastanza. Anche tanto.