LA PARTENZA: Da Milano, solita roba sfasciapalle: taxi, tram, metro, navetta dalla Stazione Centrale per l’aeroporto Orio al Serio. Una miriade di mezzi e spostamenti che non ti raccapezzi più. Forse alcuni di questi non li abbiamo presi. Non lo so, vado in confusione. Non si arriva mai, sono i momenti in cui il suicidio diventa un nobile e fantastico miraggio. La cosa simpatica è capitata arrivati a Stansted. Incontrato quel coglione di Thatnicehaircut, che partiva da Bologna, ci siamo incamminati verso la parte dell’aeroporto in cui ci son le navette. Lì abbiamo visto Fuzz allontanarsi con un arabo (di nome Mini) e discutere con lui in maniera complice. Niente, ve la faccio breve, alla fine ci ha portati lui fino a Brighton. Ma non lo abbiamo pagato nè lui aveva un taxi senza licenza. No, chiaramente no. No. Durante il viaggio provava a spacciarci la musica house anni ’90 per la musica in voga a Londra ora. Come no.
Ciao Mini, ci manchi.

L‘OSTELLO: Davvero, a me piace tantissimo viaggiare, esplorare nuovi posti, partire all’avventura, quindi sono un tipo che si adatta facilmente ad ogni tipo di situazione. Ma il nostro ostello faceva veramente cagare. L’ultima mattina, tornato in camera, ho trovato un 50enne obeso sbronzo che sboccava a terra. Vi basta?

BRIGHTON: C’ero già stato, si conferma molto carina, anche se dal clima imprevedibile. Gabbiani sempre in fermento – uno di loro ha pensato bene di “colpire” il nostro amico che su Facebook si cela sotto lo pseudonimo di Indie Snob (gran bella persona lui, sul serio) – , tanti buoni posti in cui mangiare porcherie come ciambelle fritte, fish&chips, pollo fritto. C’era un posto in cui se prendevi una pizza te ne regalavano un’altra, ma siamo subito andati via dopo aver visto che il gambero fritto esposto nel bancone si muoveva ancora.
Ah, cazzo, quasi dimenticavo. C’era un posto F-A-N-T-A-S-T-I-C-O. Avete presente..come cazzo ve lo spiego adesso?
Ok, lascio parlare una foto, eccola. É storta, ma non mi va di ruotarla che mi si inceppa il mac.
Ah, noi naturalmente non siamo mai entrati nè ci interessano queste cose, nè quello nella foto è uno di noi.

IL FESTIVAL: Questi giovincelli del TGE hanno un’organizzazione della MADONNA. Disponibilissimi, più efficienti dei cinesi e di Paolo Montero, simpatici e competenti. No, giuro, non gli sto leccando il culo perchè ci hanno dato gli accrediti, gli sto solo riconoscendo un merito che gli spetta seriamente. Unica pecca, forse, la scelta dei locali (Grimes e Porcelain Raft fatti suonare in due buchi di culo), ma non so chi abbia compiuto le scelte, quindi non do colpe a loro a priori. O forse sì. Boh.
Passiamo alla line-up. Una cosa pazzesca, non sto qui ad elencarvi le centinaia di band presenti, ma davvero bomba. Chi ho visto?
Il festival cominciava di giovedì. Noi eravamo lì mercoledì sera, e una tizia ci chiede:”C’è un concerto già stasera. Volete i braccialetti per entrare gratis?”, e noi abbiamo risposto:”Cool, sista, respect.”. Così siamo andati all’Horatio’s, locale posto sul famoso pontile. Stava suonando Chiddy Bang, che..oh porcogiuda su Fb ha mezzo milione di fan, ho appena visto. Va be’ niente è un rapper un po’ old school un po’ Akon lonely i’m so lonely. Ma niente, ci stava. Thatnicehaircut si è esaltato a bestia e rimpiangeva il fatto di esser nato bianco.
Giovedì, si comincia a far sul serio. Ci spariamo subito, di prima mattina, Zebra and Snake, trio scandinavo dall’aspetto clamorosamente metallaro. Ma fanno musica figa figa che c’entra tanto coi synth e niente col metal. Definizione perfetta quella fornita in diretta dall’Indie Snob, lì con noi:”Sono come dovrebbero essere i White Lies per non fare cagare”.
Quindi Yukon Blonde, fighi ma non troppo, pessimi ma non troppo. Mi perdo i Last Dinosaurs, ma non mi perdo d’animo, anzi, mi rifaccio con Peace, Gross Magic e Mystery Jets. Erezioni incontrollate e piuttosto frequenti.
Venerdì che abbiamo fatto? Pikachunes, bravo come pochi e brutto come ancora meno persone, con cui abbiamo scambiato due parole, seguito dai Princess Chelsea, in cui lui stesso suona. Qualche gruppo a caso, poi vado in Chiesa. C’era Gang Colours, tanto bravo e caro. Ma dopo 4 pezzi mi son calate le palle, scusatemi, allora mi son spostato  a godermi Citizens! e Spector. Quindi siamo andati a goderci l’atmosfera pazzesca e indemoniata dei Man Like Me, da me nominati Happy Mondays degli anni 2000, e non ho intenzione di discuterne.
Sabato caratterizzato da due cose fondamentali. Non vi tedio coi vari gruppi a caso, passo a
1)When Saints Go Machine, mi espongo, best live del Festival. Una cosa travolgente, da tempo non vedevo tanta qualità ed esplosività.
2)Jinja Safari siete fighi e ok. Ma non potete cominciare a suonare con quasi due ore di ritardo perchè non sapete accordare i vostri strumenti. Il rischio abbiocco è diventato per tanti, inevitabilmente, certezza e realtà. C’è da dire che dopo hanno spaccato, eccome se hanno spaccato.

È stata un’esperienza sbalorditiva, ve la consiglio vivamente. Anzi, vi dirò di più, cominciate ad organizzarvi per il prossimo anno. Cheers.