Peter Broderick è un compositore danese nato nel poco lontano 1987, e in 24 anni e poco più ha fatto già parecchi album. L’ultimo in ordine cronologico è questo qui, http://www.itstartshear.com. Titolo nuovo, pensavo ci fosse qualche errore di lettura e invece no, è proprio questo qui.
Cos’è quest’album, ci chiedamo subito. Conosciamo Broderick dai suoi vari lavori precendenti, dalla grande Below It alla collaborazione con gli Efterklang, ai vari tour con diversi artisti tra cui gli She & Him, Laura Gibson, M. Ward. Allora siamo curiosi, e andiamo al titolo, ché a quanto pare c’è parecchio dietro ad ogni piccolo aspetto e dettaglio di questo album. http://www.itstartshear.com. http://www.cominciaasentire.com. Un messaggio che va ad indirizzarsi al www, a noi, a chiunque. La musica, il digitale, i giorni d’oggi. Un fiume di informazioni che riceviamo e che analizziamo ma che poi ci scorrono addosso e vanno a chiudersi nei ricordi, presto rimossi.
Cliccando su http://www.itstartshear.com si apre la storia di quest’album, le varie facce di un album che si basa fondamentalmente sul concetto di condivisione di musica, Peter l’ha fatto e l’ha messo lì dove tutti riescono a raggiungerlo con un click, con l’intento di raccontarlo, di farlo capire, di offrirlo. Ed eccocelo qui, servito come era difficile far meglio.
Abbiamo davanti a noi 10 tracce e per ognuna di queste Broderick ci costruisce un’esperienza vera e propria, inglobandoci nell’ascolto e nella narrazione, nelle note e nella sua anima. Succede tutto e il tutto diventa una cosa unica ed intensa.
– I Am Piano, prima traccia: un insieme di note, un piano che scorre via vellutato e che danza, un po’ Takk ma forse non è troppo il caso di metterci a fare paragoni qui; un video di lui deciso e curioso al piano, appunto.
– A Tribute To Our Letter Writing Days racconta di un amore tra lui che si trovava in Danimarca e T. invece in Svezia. Le lettere erano parte fondamentale di quell’amore, reggevano la relazione. La comunicazione lenta, quella alla vecchia maniera, che restituisce genuinità e purezza alle cose, “I will start with ‘Dearest’ and end with ‘Love’, and I will be on your floor in two days. Read me, read me over and over, place me, place me under your pillow”.
– Blue: Peter ci parla di quanto il padre amasse scrivere musica e suonare ma anche di quanto egli non riuscisse ad esprimere ciò che faceva. Non gli piaceva cantare davanti agli altri. Poi un giorno la madre trova una cassetta registrata dallo stesso padre, e Peter ascoltandola ha capito quanto il suo vecchio volesse dare con quella canzone, ed è così che ha deciso di fare una cover della stessa.
– It Starts Here, piena di beat e suoni hip hop con l’intento preciso di tirar fuori un singolo dall’album, la traccia più corta, con ritmo allegro che però allo stesso tempo nasconde nel testo tutto ciò che di malinconico Broderick continua a partorire.
– Asleep è dedicata ad uno dei musicisti migliori che lui abbia mai conosciuto, Matthew Andre Brown. Un giorno del 2008 Matthew morì a causa di un incidente in kayak, e la tristezza ha portato il compositore danese a buttar giù questa decina di righe cariche di significato.
– Colin, sesta traccia, è stata fatta per Colin Kenniff, fotografo amico di Broderick: “How many musics have you made? Even more than the hundreds I’ve played”, racconta di tutta l’ispirazione che Peter ha ottenuto grazie alle foto di Colin.
– Bad Words, cantata in tedesco, con cori, è piena di brutte parole appunto, nata per gioco parlando con una sua amica tedesca di quanto la sua musica fosse troppo dolce.
– With The Notes On Fire è dedicata a nessuno, è stata fatta per la pura bellezza dei suoni, con bonghi e percussioni, tanto, radicalmente diversa dalle altre.
– Trespassing racconta invece di un uccello a cui Peter rubò la vita nel luglio del 2009 sulla Meadowlake Road, quei piccoli accadimenti che possono diventare grandi significati, che ti fanno sentire un po’ solo.
– Everything I Know chiude l’album, si sviluppa in un wc di New York e ci parla di quanta bellezza può esserci in ognuno di noi anche se non lo si direbbe mai. È un po’ ciò che ci fa capire quest’album, per quanto cerchiamo di nasconderlo.
http://www.itstartshear.com costruisce una storia, un’esperienza interiore, è un’anima senza veli che cerca di far uscire fuori al meglio quella di ognuno di noi.
È un album che va capito, che va vissuto. Io l’ho fatto e mi sento un po’ meglio.