Certo fare chillwave quasi totalmente strumentale all’alba del 2k13 è fin troppo facile e quantomai superato, ma la folta produzione di Stumbleine è un caso a parte: solo quest’anno è a quota due LP e un EP (qui abbiamo preso in considerazione solo il migliore dei due LP, l’ultimo) e, pur essendo tre validissime release, se avesse condensato tutto in un unico LP sarebbe venuto fuori qualcosa di sensazionale, capace di farci dimenticare che la chillwave è passata di moda da un bel pezzo.

Che poi limitarsi a definire “chillwave” Stumbleine sarebbe quantomai fuori luogo, principalmente per il fatto che il confine che separa la sua musica dall’ambient è flebile e appannato, senza contare i numerosi altri ingredienti, dosati con cautela: ritmiche downtempo, timidi campionamenti che ricordano una certa post-dubstep, soffici incursioni chitarristiche dreamy (lui si autodefinisce “shoegaze”, ma l’attendibilità è minima: chi non si autodefinisce “shoegaze”?). Il tutto composto da suoni di un fascino intramontabile (eccezion fatta per qualche campionamento vocale stridente) sospesi in un’atmosfera eterea e spesso romantica.

Spiderwebbed è il culmine della breve ma densa carriera di Stumbleine e porta tutti gli ingredienti che l’hanno sempre caratterizzato al livello superiore. La prima metà dell’album è coesa e tutta di qualità piuttosto alta (Cherry Blossom, Capulet, Honey Comb), la seconda scende invece a livelli un po’ più bassi (Kaleidoscope, The Corner Of Her Eye), ma allo stesso tempo regala i due migliori pezzi dell’intero repertorio: Fade Into You e la conclusiva Catherine Wheel. La prima delle due in particolare è un brano dream pop magnetico e profondamente sentimentale, una cosa che udita all’inizio dell’anno avrebbe fatto immediatamente urlare al miracolo, ma che a conti fatti è un pezzone tutto sommato facile. Ma innamorarsene è inevitabile. Fade Into You è un featuring con Steffaloo (che dev’essere una gran figa), Catherine Wheel con Birds Of Passage e The Beat My Heart Skips, dalla prima metà dell’album, con Coma. Ovviamente non ho la benché minima idea di chi sia tutta questa gente, ma è indubbio che i featuring abbiano portato grande fortuna alla produzione di Stumbleine.

Rimane un po’ di rammarico per la “fretta” di pubblicare di questo artista: più calma e una fusione tra Spiderwebbed e il precedente LP Ghosting avrebbe dato vita a un album di altissimo livello. Sta di fatto che Spiderwebbed è un buonissimo lavoro e Stumbleine rimane da tenere d’occhio.