Chi si nasconde dietro le quinte della musica indipendente italiana? Proviamo a fare chiarezza,  passando in rassegna le etichette protagoniste del settore. In fondo all’articolo trovate una playlist della label in questione. Oggi parliamo di: 42 Records.

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Aprile 2009. La 42 Records sbarca su Twitter chiarendo fin da subito il fine ultimo della sua esistenza: “is plotting world domination” . Nonostante nel 2017 la conquista planetaria si stia ancora facendo aspettare, l’etichetta di Emiliano Colasanti e Giacomo Fiorenza si è data senz’altro un bel da fare sul suolo italiano. Con il cuore diviso tra Roma e Bologna, la Quarantadue, Forty-Two o come preferite chiamarla – non è stata mai indicata una regola precisa per pronunciare la cifra nel nome – ha messo in piedi un roster di tutto rispetto, ricevendo negli anni un ottimo riscontro di pubblico e critica.

A quanto pare è la “C” a portare fortuna alla label, dato che I Cani, Cosmo e Colapesce sono forse l’esempio più eclatante del successo di 42 Records, ma procediamo con ordine.

Probabilmente, è il 2011 il vero anno di svolta per la 42. La pubblicazione de “Il sorprendente album d’esordio” di Niccolò Contessa genera un hype non indifferente, e l’allora misteriosa identità dell’artista, celata da un sacchetto di pane in testa, non fa altro che aumentare il chiacchiericcio intorno all’ “ennesimo gruppo pop romano”.

Quando sono usciti I Cani hanno detto di tutto: che ho scritto articoli su di loro firmandomi con lo pseudonimo Francesco Pacifico, che Francesco Pacifico scrive i loro testi, che ho comprato le visualizzazioni su Youtube e i download su iTunes, che Radio Deejay, Repubblica, Il Corriere della Sera, la Rai, hanno dato spazio al gruppo perché dietro c’ero io, e mille altre stronzate di questo genere. Quando la verità è semplicemente una e difficile da accettare: ‘sto disco è piaciuto, così come quello di Colapesce e altri che abbiamo prodotto.

(Emiliano Colasanti, intervistato su Bastonate nel 2012)

Il disco di Colapesce in questione, “Un meraviglioso declino”, è un punto decisivo per la carriera di Lorenzo Urciullo, vecchia conoscenza dell’etichetta con i suoi Albanopower. Con il primo LP in solitaria, contrariamente a quanto suggerito dal titolo, l’artista siciliano comincia a farsi strada nel panorama dei nuovi cantautori italiani. A confermare il talento di Colapesce ci pensa l’ “Egomostro” del 2015, a confermare la bravura di 42 Records nel promuovere giovani talenti sarà invece un altro esordio in solitaria.

Marco Jacopo Bianchi alias Cosmo, già leader dei Drink To Me, rende il 2013 un altro anno memorabile per la label, pubblicando “Disordine” e costringendoci a rispolverare con gioia gli ultimi dischi di Battisti. Per capire quanto ci abbia visto lungo la 42 sull’artista di Torino basta invece dare un’occhiata alla nostra ultima Top 10 Italiana del 2016.

Certo, sarebbe insensato ridurre la 42 Records al terzetto di cui sopra, dal momento che all’etichetta i grandi nomi non mancano.

Se Emidio Clementi (Massimo Volume), i Giardini di Mirò (in occasione della ristampa di “Rise and Fall of Academic Drifting”) e Criminal Jokers vi dicono qualcosa, vale la pena notare come la Quarantadue si stia creando un proprio spazio nei confini dell’elettronica italiana, come dimostrano “Novanta”  di Go Dugong e “Mechanics” di Jolly Mare.

I più attenti ricorderanno che anche BSBE (Bud Spencer Blues Explosion), Mamavegas e WOW fanno parte della label, ma in realtà, tra pubblicazioni degli esordi ed uscite sporadiche,  la lista degli artisti coinvolti sarebbe ancora bella lunga.

Ogni scusa è buona, insomma, per organizzare una playlist e ascoltare una buona rappresentanza di 42 Records, mentre qui potete dare un’occhiata al loro sito.