“E’ lui o non è lui? Ceeerto che è lui” con questa battuta di quel ripetitivo fino alla morte di un Ezio Greggio, si annuncia il nuovo album di Ty Segall. Un evento che non fa notizia visto il numero imbarazzante di release; a far notizia è però il tempo di lavoro su quest’album: ben 14 mesi.

Dopo averlo messo su, si può dire al biondo di Laguna Beach che chi va piano, va sano e va lontano e la strana attesa per un suo disco ha portato ottimi frutti. Diciamocelo subito: questo Manipulator scala la discografia del capellone figurando come uno dei suoi migliori lavori. 14 mesi danno certo il tempo necessario a curare il proprio sound, cosa che le prime uscite o le multiple nello stesso anno non permettono.

La seconda novità di quest’album si presenta alle vostre orecchie dopo qualche secondo: la presenza di una tastiera. Tall Man Skinny Lady è  un incontro sonoro tra amici come i Thee Oh Sees e Mikal Cronin (See It My Way da MCII) – il secondo dei due in quest’album accompagna Ty al basso, come sempre.
Da qui in poi è un’escursione tra le varie facce del rocker (come lo chiamerebbe la stampa seria in Italia): dal collegiale con la t-shirt bisunta di Susie Thumb, una sorta di Polly “Incesticide Version” dei Nirvana, al bad boy che chiude rapporti (It’s Over).
Si arriva alla fase acustica di Sleeper (con The Clock e The Hand) alle passioni 60’s come i Byrds (Green Belly e Don’t You Want To Know) o episodi più acidi alla The West Coast Pop Art Experimental Band (Mister Main).
Insomma Manipulator è un viaggio di 17 tracce tra le influenze di Ty Segall, un compendio di tutto ciò che lo ha portato ad essere la macchina di release che è oggi. Ma badate bene, non stiamo parlando di un accozzaglia di pezzi, il sentore e l’unità di un album c’è tutta.

Manipulator è il disco che serviva a questo punto della sua carriera, quello con la giusta qualità in quanto a produzione e pezzi e in quanto a varietà sonora. L’album giusto al momento giusto.

Tracce Consigliate: Feel, Don’t You Want To Know