Così come i Daft Punk, i Justice sono una di quelle band che ciclicamente vengono plagiate su Soundcloud o Youtube da qualche bravo dj che sa dove mettere le mani su Logic Pro riuscendo a ingannare ogni volta migliaia di fan per almeno un paio di giorni. Peccato però che il vero sound dei Justice, così come quello dei Daft Punk, sia realmente unico, davvero impossibile da imitare. E ci vogliono solo 50 secondi di Woman per capire che i Justice, quelli veri, sono tornati. Quel fottuto basso slappato distorto è il suono di una intera generazione che ha vissuto una delle ultime grandi scene della musica mondiale: l’electro-dance della seconda metà degli anni 2000.

Safe And Sound è davvero un ottimo inizio che, grazie agli archi e ai cori della London Contemporary Orchestra, riesce a riportare in vita la musica, così come chiedevano i Daft Punk in Give Life Back To Music 3 anni e mezzo fa. Con il passare dei minuti però le cose cambiano: se in un primo momento Pleasure (con un ritornello rubato dagli scarti dei Jungle) e Alakazam! (grazie Giorgio Moroder di esistere) risultano ancora brani discreti, il resto è una noia mortale. I groove perdono quella essenza a metà tra il raver e il clubber che li ha sempre contraddistinti, i suoni degli strumenti – non più suonati – sono bruttini e più in generale i pezzi non funzionano proprio. Chorus è essa stessa l’attesa di un chorus che arrivi a sfondarci i timpani (dopo una schifosa scarica di industrial fatta male) che invece non parte mai, Heavy Metal sembra la colonna sonora di un livello bonus di Mario Bros in versione pirata. E se non bastasse il quartetto finale (Randy, Heavy Metal, Love S.O.S. e Close Call) è un minestrone inutile di canzoni riempitive buttate lì a caso con sonorità che vanno dai Midnight Juggernauts agli Empire Of The Sun e che non ha assolutamente niente da dire se non “saltaci amico, finisci il disco e non lo regalare a nessuno“.

Il 2006 è lontano e i Justice lo sanno: hanno provato infatti a produrre qualcosa di più soft in stile Chic cercando però di mantenere il loro stile, uscendo sconfitti da questa ardua prova. Col senno di poi viene da dire che sarebbe stato meglio smettere di fare musica per una quindicina di anni per poi tornare col botto nel momento in cui sarebbe riesplosa l’electro coi controcazzi.