Degli indizi sempre più ricorrenti ci avevano messo in allerta: intitolare il sesto album della propria carriera Yeezus, intitolare una edizione limitata di sneakers ultra vendute a livello mondiale Yeezy, intitolare un brano dell’album sopracitato I Am A God.
Kanye West è profeta e guida spirituale del suo personalissimo Credo, santissima trinità del culto dell’hip hop.
Sul palco degli MTV VMA 2015 ieri notte a Los Angeles, al momento dell’assegnazione in suo onore del prestigioso Michael Jackson Video Vanguard Award, San Kanye da Atlanta ha concluso il proprio discorso di ringraziamento con una dichiarazione che è, al contempo, l’apoteosi dell’auto-celebrazione, ed una proposta quasi invitante:
As you probably could have guessed by this moment, I have decided in 2020 to run for president.
Kanye West Presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe significare una nuova era per il Continente, con Jay Z sottosegretario e Kim Kardashian first lady.
Secondo Presidente nero nella storia americana (a difesa delle minoranze), Adidas gratuite distribuite alla cittadinanza, abolizione delle tasse e prosperità.
Un Paese retto da un Sovrano Illuminato, amante e promotore delle arti e dello stile:
I will die for the art, and for what I believe in — and the art ain’t always gonna be polite!
Premiato ironicamente dalla stessa Taylor Swift cui soffiò via il microfono in difesa di Beyoncé nella celeberrima edizione del 2009, Mr. West non si è esibito in un medley dei maggiori successi della sua carriera, come pure ci si sarebbe aspettato. Ha optato, piuttosto, per un discorso ispirato e commosso à la Steve Jobs ai laureati di Stanford sulla paternità, l’ipocrisia dei media, sull’importanza dell’arte e su quanto fumarsi una jolla prima di salire sul palco sia, a conti fatti, una scelta sempre efficace. Stay High Stay Foolish.
Il futuro è scritto: da qui ai prossimi cinque anni, Vote for Kanye, and God Bless America.
