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50
Calcutta
Mainstream
Gaetano mi ha detto che Calcutta ha fatto un album che ha fatto parlare tantissimo di sé, e aveva ragione. Mainstream è una fotografia in bianco e nero di questo 2015, dal romanticismo del Frosinone in serie A, a Papa Francesco alla tv; è un album che sa di pop e che nasconde una ricercatezza per niente mainstream. Ma sopra ogni altra cosa, Mainstream è uno degli album che più ha segnato la scena italiana di quest’anno.
49
Jaakko Eino Kalevi
Jaakko Eino Kalevi
Sembra che dentro ci siano un sacco di buone idee, ma proprio tante, e non siano buttate lì a casaccio. Per quanto come disco non sia la cosa più geniale che ascolterete quest’anno, Jaakko Eino Kalevi è un bel disco pop; ha una sua coerenza interna, uno stile visionario e al tempo stesso concreto nel songwriting quanto riconoscibile al volo che lascia presagire ampi margini di miglioramento, e noi stiamo qui ad aspettarli.
48
Godspeed You! Black Emperor
Asunder, Sweet and Other Distress
Asunder, Sweet and Other Distress è pensato come un un’unica traccia, un unico viaggio nell’abisso, un’epica discesa negli inferi dei droni centrali e una risalita finale, liberatoria. I maestri ormai indiscussi del post-rock scelgono un approccio più diretto ma non per questo meno meritevole, anzi: l’ascoltatore viene completamente assorbito dall’atmosfera e sopraffatto dall’esperienza.
47
Ibeyi
Ibeyi
Basta un ascolto per cadere nelle trame ritmiche delle Ibeyi, che riuscirebbero a rendere orecchiabile anche una litania in greco antico. Il sangue cubano e la vita di strada si confrontano con il beatmaking più elettronico ed occidentale fatto di percussioni, flashback in lingua madre e tanto romanticismo. Nella sua delicata freddezza, suona come qualcosa di esclusivo e mai ascoltato prima. La world music non è mai stata così giovane.
46
Cemeteries
Barrow
La delicatezza di Barrow è difficile da descrivere a parole: nostalgico, rilassante ed inquietante allo stesso tempo. Raccontato in un’immagine è un bagno fatto a mezzanotte con la luna piena che si riflette nell’acqua. Album perfetto per le serate di solitudine.
45
Tobias Jesso Jr.
Goon
Con una storia commovente alle spalle, mitragliato dalla sfortuna più nera, Tobias Jesso Jr. riesce finalmente a coronare il suo sogno e a sfondare nel mondo del pop: Goon è una brillante confezione di ballate melodiche sulla falsariga di Randy Newman e Lennon.
44
Natalie Prass
Natalie Prass
L’album di debutto di Natalie Prass è arrivato sotto i migliori auspici e accompagnato da vagonate di aspettative. Pur non essendo stati convinti completamente dalla grande sovrabbondanza sonora del folk in salsa americana della Prass, è un ascolto che si lascia godere. Chi rifugge il minimalismo di una Angel Olsen può trovare qui un’ancora di salvezza.
43
Health
Death Magic
È un pop disturbato e disturbante quello di Death Magic, in cui si alternano senza strappi e senza sforzi riflessioni filosofiche sulla vita e sulla morte (una vera ossessione che si ripete in più canzoni), melodie accattivanti, momenti di pura violenza e altri in cui la calma (ma una calma molto sinistra) la fa da padrona.
42
Blanck Mass
Dumb Flesh
Blanck Mass è metà dei Fuck Buttons e il suo Dumb Flesh è uscito su Sacred Bones: le premesse per del terrorismo acustico a regola d’arte c’erano già tutte in partenza, e così è stato. Rincorse soniche, deliri noise, loop infiniti e martellanti, staticità e liberazione, il tutto impreziosito da vocals che fungono da flebili bagliori in un mondo oscuro. Un inferno sonoro che vale la pena visitare.
41
A$AP Rocky
At.Long.Last.A$AP
L’idea dietro ad A.L.L.A. è stata quella di ritirarsi a Londra, staccare da tutto e fare qualcosa che fosse diverso dal resto, che raccontasse chi e cosa è A$AP Rocky oggi. Obiettivo centrato per il rapper di New York: i pezzi scivolano via tutti in maniera ineccepibile, impreziositi da numerosi featuring e ottime basi su cui A$AP rappa in un modo che gli è proprio e che funziona. At Long Last A$AP!

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