Le Ibeyi sono due gemelle con qualcosa in più del sangue cubano. Hanno la bellezza dalla loro parte, che le ritrae raccontare le forme di una musica divisa tra ricordi di canti familiari e ritmiche ispirate ai chilometri di mare che dividono Parigi e Havana. Distanze diventate incolmabili con il rifiuto di visto dopo la morte del padre polistrumentista, che vive tra le note e i testi delle figlie adottive del fenomeno Buena Vista Social Club.

E hanno un’etichetta dalla loro parte, oltre a Deer Waves che le aveva già scovate un anno fa. Sarà un caso, ma il ‘lascia fare’ di XL oltre ad esaltare l’approccio melodrammatico e algido del singolo River spoglia le ritmiche dalla componente esotica di Ibeyi, che va verso scenari imprevedibili e decisamente europei con la fragile emotività e il possente beat dei primi Portishead (Think of You). Ma soprattutto, dalla loro parte hanno un’abilità innata nel compensare la ritualità delle percussioni con una struttura melodica astratta e istintiva. C’è tanto pop, poca premeditazione e nessun personaggio costruito dietro l’eclettico pianoforte/voce di Stranger/Lover, un motivo che convince anche negli episodi più intimi e strazianti (Behind The Curtain).
Lungi dall’esser di matrice elettronica, nonostante esplori i territori urbani e rumorosi delle ultime sperimentazioni di Neneh Cherry, Ibeyi è un album che brilla di luce propria, che trova splendore nella liturgia passionale di Yanira e nel romantico downtempo di Singles, e che riesce con la sua impronta autobiografica e profana a valorizzare talento e ‘artistry’ con la consapevolezza di essere figlio di una scena aperta alle nuove sonorità.

Nella sua delicata freddezza, Ibeyi suona come qualcosa di esclusivo e mai ascoltato prima, con una padronanza ritmica unica e una strategia di marketing assente, che visti i tempi è decisamente un valore aggiunto.

Tracce consigliate: RiverSingles