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20
Oneohtrix Point Never
Garden of Delete
GoD è un artefatto che ci parla dal presente, un’autobiografia che spazia dal perfezionismo rinascimentale al debugging seriale perché in fondo sono cazzi suoi. Noi continueremo a cogliere i suoi spunti autoreferenziali e commemorare ancora una volta la musica di 0pn, sempre più lontana da esercizi di stile terrestri e da quella antiquata e ormai passata visione del concept album.
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CHVRCHES
Every Open Eye
Non è da tutti riuscire a passare la prova del sophomore, ed in questo caso la bella Lauren & Co ci sono riusciti alla grande. I CHVRCHES sono delle macchine sforna hit: Clearest Blue e Make Them Gold sono i testimoni di ciò. Il synth-pop del trio scozzese è immutato, e questa è la buona notizi; e avete amato The Bones Of What You Believe, non potrete che amare anche Every Open Eye.
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Floating Points
Elaenia
Dj dalla conoscenza musicale vastissima, neuroscienziato, musicista con background di classica e jazz. Non stupisce dunque che Elaenia, il tanto atteso disco d’esordio di Floating Points, sia un concentrato di stili e sensazioni che spesso si allontanano dall’ottica del club. Synth imprevedibili, chitarre e batterie, il tutto coronato da una ricerca sonora che denota grande maturità artistica.
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Archy Marshall
A New Place 2 Drown
Archy Marshall, aka King Krule, fa il suo ritorno dopo due anni di silenzio assoluto per presentarci un progetto diverso dal precedente. ANP2D è infatti frutto di un lavoro home-made che ha alla base di tutto la ricerca dei suoni più cupi di questo 2015.
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Bjork
Vulnicura
Non è comunque un ascolto facile, anzi, è davvero complesso e pesante, ma chi ne ha la pazienza e la voglia,probabilmente riuscirà ad entrare in empatia con la cantante, per sentirsi lei in quei momenti e perché no, forse anche a visualizzarli.
Insomma Björk torna sulla terra e, come da copertina, spalanca il suo torace, per invitarci a vedere il casino che le è successo dentro: non mancate all’invito.
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Holly Herndon
Platform
In Platform, dunque, il termine “artificiale” non è considerato solo e per forza nella sua accezione negativa. In questo, la tecnologia è infatti pensata dalla Herndon come un fattore esogeno che non necessariamente degrada la vita umana, ma che anzi, se propriamente interiorizzato, può migliorarla. Il messaggio innovativo e innovatore, di cui Holly Herndon si fa annunciatrice è che lo strumento macchina deve ritenersi parte psichica dell’uomo.
14
Benjamin Clementine
At Least For Now
Benjamin Clementine si trasferisce, giovane e poverissimo, da Londra a Parigi, vive da senzatetto, suona per strada. Un giorno, però, viene notato da un discografico. At Least For Now rappresenta il coronamento di un sogno, arricchito dalla vittoria del Mercury Prize. Tanti grandi riconoscimenti, sì, che diventano però piccoli se paragonati alla voce, alle storie e ai piedi perennemente scalzi di Benjamin.
13
Kamasi Washington
The Epic
Kamasi Washington sforna un album complesso, gigantesco ed incredibilmente valido, con alle spalle una band grandiosa che sarà una gioia incredibile poter ascoltare dal vivo. Che sia questa l’occasione buona per introdurre nuovi adepti in questo tempio musicale, che possa portare visibilità alle grandi band attuali che popolano questo genere?”
12
Courtney Barnett
Sometimes I sit and Think, And Sometimes I Just Sit
Dall’hype alle stelle, dall’anonimato ad una notorietà sorprendente. Courtney Barnett si è imposta come un macigno sulla scena musicale di questo 2015 con un esordio davvero notevole. Irriverente, spensierata, autentica: questo si può dire di lei e del suo Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit. Tra distorsioni old school e versi memorabili (“Give me all your money and I’ll make some origami, honey”””), è fore la vera rivelazione di quest anno.
11
Father John Misty
I Love You, Honeybear
Josh Tillman, dopo la parentesi con i Fleet Foxes, ci ricorda che il cantautorato esiste ancora e gode di ottima salute. A cavallo tra lo stile di Nilsson e Jackson Browne, I Love You Honeybear è barocco,empatico ma soprattutto autentico.

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