I 10 migliori album italiani del 2016

Canova
Avete Ragione Tutti

Nel disco dei Canova non c’è nulla di originale: loro copiano così bene i modelli da riuscire spesso e volentieri a migliorarli, e non c’è una canzone del disco che non si ascolta con piacere. Certo, se si vuole ascoltare qualcosa di nuovo e avanguardistico, meglio tenersi a più che debita distanza. Ma se ogni tanto si è disposti a cedere alle sirene del pop, questo disco potrebbe essere un’ottima occasione per farlo.

Pop X
Lesbianitj

Ci sono o ci fanno? Ma che senso hanno i testi? Ecco, questo è il tipo di domande da non farsi di fronte a Lesbianitij e, più in generale, a Pop X. È tutto da prendere così come viene, muovendo la testa a tempo sulla cassa che tiene i quarti e cantando a squarciagola ritornelli improbabili. Solo così si potrà cogliere il vero intento del progetto: il divertimento più sfrenato e sincero.

Ex-Otago
Marassi

Gli Ex-Otago devono aver capito che i tempi sono diventati maturi per portare la loro musica a molte più persone. Nonostante l’ironia andata persa rispetto ai precedenti album, quelle di Marassi sono tutte belle canzoni, apparentemente semplici ma che sanno descrivere perfettamente certe situazioni e sensazioni quotidiane di tutti noi.
Jolly Mare
Mechanics

Quello dell’esordio di Fabrizio Martina è modernariato nostrano fatto di layer che giungono dagli universi sonori più disparati, di cui l’italo disco è solo il più spesso e squillante, perchè la sua capacità di rimodellare ogni sorta di ritmo danzereccio sottende le molte altre potenzialità di questa dance narrativa.

Le Sacerdotesse Dell’isola Del Piacere
Interpretazione Dei Sogni

Il secondo lavoro della band piacentina riesce a smuovere anche i cuori di tenebra: con un concept letterario, dei testi ispirati e una produzione magnifica per un album che spazia dall’indie rock degli anni ’90 all’emo di ultima generazione, Interpretazione dei Sogni de Le Sacerdotesse Dell’Isola Del Piacere è il disco che più di tutti, in questo 2016, ci ha fatti (re)innamorare delle chitarre. E che chitarre.

Thegiornalisti
Completamente Sold Out

Un album che arriva ad essere un inno generazionale per tutti quei millenial che vivono a suon di note audio fattissime e messaggi d’amore da sottone ubriaco. “Loserare”, “Oh ciao Matilde”, “Completamente fatto” e tanti altri testi del disco sono già meme virali e puntano ad esserlo ancora per molto. I Thegiornalisti hanno sfondato il muro dell’indie e sono entrati a gamba testa nel mainstream pop.

Cosmo
L’ultima Festa

È L’Ultima Festa, e Cosmo con il suo pop elettronico da ballare, senza sbavature, non tralascia i colpi al cuore e alla nostalgia, riuscendo sempre a non prendersi troppo sul serio, e sopratutto senza mai incupirsi o instupidirsi. Persino ogni lunedì è festa se lo prendi nel modo giusto.

Niccolo Fabi
Una Somma Di Piccole Cose

Niccolò Fabi in questo disco non ha preso la prima astronave per il Pianeta Trillafon, non ha ricercato alcuna via di fuga: è rimasto qui sulla Terra a combattere la Cosa Brutta, qualunque essa fosse. Non si è arreso e ha trovato un dottor Kablumbus in se stesso. Nella scrittura, nell’arte. Tra i mezzi usati per risalire in superficie c’è stato sicuramente questo disco. Una volta fuori, sceso dal ring, risalito, puoi ricominciare. Da una somma di piccole cose.

Motta
La Fine Dei Vent’anni

C’è tanta tradizione cantautoriale nell’album di esordio solista di Francesco Motta e altrettanti escamotage incaricati di attualizzarla. Nonostante sia incentrata su una fase dell’esistenza abbondantemente saccheggiata dai cantautori indie italici, la poetica di Motta si tiene alla larga da cliché e autocommiserazione, con sguardo lucido e – nei limiti del possibile – persino sereno sull’inevitabilità delle transizioni.

I Cani
Aurora

I Cani hanno fatto centro, ancora, azzeccando il disco dell’anno già a gennaio. Aurora non è mai tramontato e fa parte di un percorso artistico e umano riconoscibile ed empatico senza occhiolini, ammiccamenti, prese in giro, strepitii pubblicitari, perché quest’album parla da solo.