Quello delle serie tv è un cosmo apprezzatissimo, e pertanto ormai anche inflazionato.

Tanti sono i canali di trasmissione, e tante sono le offerte che ognuno di essi propone. Forse anche troppe.

Troppe perché diventa difficile trovare davvero un prodotto superbo, per il quale valga la pena aver trascorso il tanto tempo che richiede una serie per la visione completa.

Diventa quindi fondamentale saper scegliere, sempre tenendo conto del proprio gusto, ovvio, ma facendolo collimare in giusta misura anche con le componenti più oggettive della settima arte.

Quindi, anche se non possono piacere a pieno, vanno riconosciute alcune serie che ormai hanno costituito un parnaso del genere.

Ecco, in questa cerchia ormai è il caso che vada annoverata anche la britannica Peaky Blinders.

La serie creata da Steven Knight è giunta alla sua quarta stagione, distribuita in Italia su Netflix dal 29 dicembre.

La trama ruota attorno alla famiglia criminale degli Shelby, di stanza a Birmingham, tra la quale spicca il capo, Thomas, interpretato da uno stratosferico Cillian Murphy.

Nelle 24 puntate finora trasmesse si è vista ogni declinazione del crime movie possibile, rappresentata nel racconto con un equilibrio magistrale.

Ma ora, ci si vuole soffermare su un dato peculiare della serie, che da solo varrebbe per convincersi a vederla e apprezzarla: si tratta del montaggio sonoro.

Nel corso della serie prende largo una colonna sonora ben definita, fatta di brani di rock alternativo contemporaneo, selezionati tra alcuni dei migliori gruppi in circolazione in Gran Bretagna e non solo.

La serie è ambientata negli anni ’20 del Novecento, ma merito anche questa selezione musicale, è come se Peaky Blinders fosse sospesa all’interno di una bolla fuori dal tempo.

Già dalle prime sequenze del pilot si può vivere tale esperienza: la voce di Nick Cave che con Red Right Hand (sigla della serie) introduce ai luoghi plumbei pesantemente degradati e industrializzati dell’Inghilterra post-guerra.

Si viene dunque a creare giocoforza questa tensione apparente, tra le ambientazioni – vecchie di un secolo – e il suono contemporaneo; una tensione che trasporta il telespettatore fuori da ogni zona di conforto stereotipata. Non ci sono né le scappatoie univoche del realismo, ma nemmeno totalmente quelle della finzione.

Peaky Blinders, merito anche della sua colonna sonora, si pone in una zona tutta sua, in cui su uno sfondo verosimile si dispiega uno show di altissima qualità. Ed il punto è che lo spettatore ha sempre ben presente questo fatto, che sta guardando uno show, e lo apprezza proprio per la sua validità artistica, e non per facili e patetiche immedesimazioni e indotti scioglimenti sentimentali.

Non rispondono all’appello spettacolari e hollywoodiani scoppi, effetti speciali straordinari e fini a stessi, no. L’unico effetto speciale, inebriante, sta nell’alchimia del montaggio sonoro, in cui si crea l’arcana magia che trasporta fuori dal tempo, una delle componenti fondamentali di Peaky Blinders capace di prendere la serie ed elevarla al di fuori del calderone sempre più uniformato delle serie tv.

Ora, la soundtrack ufficialmente non è stata mai (o almeno non ancora) pubblicata. Tuttavia, su Spotify, un canale chiamato Soundtracked.us ha pubblicato una playlist in cui ha raccolto “literally just all the music from Peaky Blinders“.

In questa playlist, intitolata proprio PEAKY BLINDERS sono contenute tutte le canzoni comparse nella serie e si possono ascoltare per due motivi, a seconda se si sia o no vista la serie:

1. Se avete visto la serie, ascoltando la playlist vi si drizzeranno le antenne: senza magari riconoscere in quale punto sia stato utilizzato, sarete scossi da quanto effettivamente ogni singolo brano parli la stessa lingua di Peaky Blinders, e quanto ogni tassello musicale abbia contribuito alla creazione dell’aura tutta unica che contorna la serie di Knight.

2. Se non l’avete vista, beh, avete l’occasione di salvare una playlist in cui ci sono Radiohead, Arctic Monkeys, Nick Cave and The Bad Seeds, PJ Harvey, The White Stripes, QOTSA, The Kills, Royal Blood, The Black Keys, Foals, Leonard Cohen, Savages, Iggy Pop, David Bowie, tanto per citarne qualcuno. Ah, poi vi riuscirà impossibile non vederla però, tenetene presente.

Ma arriviamo al dunque, basta parole: seppur non ufficiale, ecco qua tutta la musica che ha contraddistinto il fondamentale montaggio sonoro di Peaky Blinders.

Buon ascolto!