Netflix sta lavorando a un nuova serie dedicata ad Elvis Presley. Il re del rock and roll sarà il protagonista della serie animata per adulti Agent King, prodotta dalla moglie Priscilla Presley e da John Eddie.

Nella serie realizzata da Sony Pictures Animation verrà esaudito il sogno di Elvis che, abbandonati chitarra e tuta bianca, vestirà i panni di un agente segreto del governo.

Presley entrerà sotto copertura in un’agenzia governativa per diventare una spia, con l’obiettivo di sconfiggere le forze del male che minacciano gli Stati Uniti.

Priscilla Presley ha dichiarato:

Quando era ragazzo, Elvis ha sempre sognato di diventare un supereroe che combatte contro il crimine e salva il mondo. Agent King gli permetterà di farlo.

Mike Arnold sarà lo showrunner della serie, mentre i costumi saranno disegnati dal celebre stilista americano John Varvatos. L’annuncio della serie Netflix arriva a conclusione della Elvis Week, una serie di eventi tenutesi a Graceland, proprio nella settimana in cui cade l’anniversario della sua morte, avvenuta il 16 agosto 1977.

Nel dicembre del 1970, Elvis Presley provò seriamente a diventare un membro delle forze dell’ordine degli USA, scrivendo una strampalata lettera – con maiuscole messe a caso e sintassi da rivedere – al Presidente Nixon su fogli di carta intestata dell’American Airlines.

Caro Signor Presidente, Innanzi tutto vorrei presentarmi: sono Elvis Presley e l’ammiro e Ho un Grande Rispetto per la sua funzione.

A queste parole seguivano cinque pagine di bizzarre valutazioni politiche sui valori dell’America, secondo Elvis minacciati da nemici noti e non come i comunisti, la droga, gli hippies, gli studenti, le Black Panthers e ovviamente i Beatles.

A fine lettera, resa nota in un libro a cui ha fatto seguito il film Elvis & Nixon (diretto da  Liza Johnson, 2016), Il Re del Rock chiedeva  di essere nominato da Nixon agente segreto nel Federal Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs, e di poter ricevere la tessera che gli agenti mostravano nei film prima di aprire il fuoco contro gli spacciatori.

Appena atterrato a Washington DC, Elvis consegnò personalmente la busta al cancello d’ingresso della Casa Bianca e attese una risposta in albergo, dove si era registrato con il nome di Jon Burrows.

Dopo che i consiglieri di Nixon gli portarono la lettera, nello Studio Ovale si tenne una riunione senza precedenti. Egil Krogh, che tre anni dopo sarebbe finito in carcere per il Watergate, suggerì al presidente di ricevere Presley, quest’ultimo non poteva fare danni e avrebbe aiutato il Presidente a conquistare i voti dei giovani.

Elvis si presentò nella West Wing con un abito nero di velluto, una camicia dal colletto enorme e con il classico cinturone dalla fibbia smisurata decorata con diamanti.

“Vesti un po’ selvaggiamente, figliolo” gli disse Nixon, “Lei deve portare avanti il suo show e io il mio”, rispose Elvis. I due discussero a lungo sull’America e di chi la minacciava.

Alla fine dell’incontro Nixon concesse ad Elvis una tessera d’onore di agente federale e lui gli mostrò orgoglioso le altre tessere di decine di dipartimenti di polizia che aveva collezionato negli anni.

Elvis, però, non ha mai catturato nessuno dei potenziali nemici degli Usa, tuttavia fermò decine di motociclisti e automobilisti che andavano più forte del dovuto e che tornarono a casa con una storia assurda da raccontare.

Elvis Presley non divenne mai un agente segreto; il suo rimase solo un sogno: Nixon fu costretto a lasciare la Casa Bianca nel 1974, a causa dello scandalo del Watergate, mentre Elvis morì nel ’77.