Wes Anderson è un regista in grado, peraltro, di creare grandi sodalizi artistici: ne è un esempio il rapporto che lo lega indissolubilmente al compositore francese Alexandre Desplat, vero e proprio maestro nel campo delle colonne sonore cinematografiche.

La parabola di Desplat tutta ascendente è iniziata venticinque anni fa ed è cresciuta fino a raggiungere le vette più alte a cavallo tra i due decenni del nuovo millennio: portano la sua firma le colonne sonore originali di film come Il velo dipinto (per cui vinse il Golden Globe), The Queen, Il curioso caso di Benjamin Button, Il discorso del re, The Tree of Life, Carnage, i due ultimi film di Harry Potter, i recenti successi The Danish Girl e The Imitation Game.

Ma soprattutto il nome del francese risponde anche a due premi Oscar: uno freschissimo per La forma dell’acqua, l’altro risalente invece al 2015.

E per quale colonna sonora ha quindi vinto il suo primo Oscar? Semplice: Grand Budapest Hotel.

Vien da sé dunque intuire quanto sia speciale, e a quali eventi si riconduca, il legame che c’è tra Wes Anderson e Alexandre Desplat.

Quella tra il regista americano e il compositore francese è la storia di un matrimonio artistico che passa attraverso felici lavori condivisi, e si usa il plurale perché infatti il caso di Grand Budapest Hotel è solo una delle loro collaborazioni, che ad oggi ammontano a quattro.

Sempre di Desplat è infatti la colonna sonora che appartiene a Fantastic Mr. Fox.

Era il 2009 e si celebravano una serie di battesimi: il primo film d’animazione di Wes Anderson, la prima collaborazione con il compositore francese, la prima volta in cui un film di Wes Anderson riceveva due nomination agli Oscar. Una di esse era proprio per la colonna sonora del parigino.

Tre anni dopo, continuando su quella scia, anche l’original score del successivo film di Anderson assumeva la stessa firma: è di Alexandre Desplat la colonna sonora di Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore.

Questo film ha sancito un importante punto di svolta per la carriera del regista americano: con Moonrise Kingdom per la prima volta Anderson ha partecipato al Festival di Cannes, tra l’altro aprendone l’edizione, la numero 65.

Era tempo che ormai anche in Europa il suo talento fosse pienamente riconosciuto, tantoché la scelta di affidargli l’apertura della rassegna fu così giustificata da Thierry Fremaux, un organizzatore dell’edizione: “Wes Anderson è una delle forze nascenti del cinema americano, un regista dal forte tocco personale, soprattutto in Moonrise Kingdom che dimostra ancora una volta la sua libertà creativa in continua evoluzione. Sensibile e indipendente, questo ammiratore di Fellini e Renoir è anche un regista brillante e geniale.”

Ed oltre al festival in Costa Azzurra, sempre per Moonrise Kingdom, il regista ricevette una nuova nomination agli Oscar, stavolta per la sceneggiatura originale, proprio come fu per I Tenenbaum.

Insomma, finora abbiamo potuto vedere come i maggiori successi di Wes Anderson si siano costruiti di pari passo con sodalizio sempre più ferreo tra lui e Alexandre Desplat.

Ed il passo successivo a Moonrise Kingdom, insomma, è storia.

Già, perché la terza collaborazione tra i due risponde al titolo di Grand Budapest Hotel, ovvero il lavoro di Wes Anderson più amato dalla critica, che nel 2015 ha ricevuto ben nove nomination agli Oscar aggiudicandosene quattro.

Come ricordato precedentemente, una di queste quattro statuette è andata tra le mani proprio di Alexandre Desplat, che dopo una carriera lunga vent’anni fatta di eccellenti lavori, ha visto finalmente coronare il suo genio con il premio più importante per chi di mestiere compone colonne sonore cinematografiche: l’Oscar alla miglior colonna sonora originale.

Insomma, l’apice del riconoscimento conferito a Desplat si è dunque materializzato nella notte che finora resta la più gloriosa anche per Wes Anderson.

Una sorta di affinità elettiva tra due grandiosi artisti, ognuno geniale nel suo campo d’azione, ma complementari nel risultato, visto che l’osmosi della componente audio e di quella visiva da loro governate ha raggiunto sempre espressioni molto alte.

Ed ora se ne può aver prova per una quarta volta, visto che è da poco uscito nelle sale Isle of Dogs, il nuovo film d’animazione di Wes Anderson la cui colonna sonora risulta curata, ovviamente, da Desplat.

Il film uscirà nelle sale italiane il primo maggio, ma intanto si può assaporare il contributo del compositore francese nella traccia audio, visto che è stata pubblicata la colonna sonora ufficiale.

Sono ventidue brani totali, di diversa lunghezza e diverse tipologie: quasi tutti motivi senza cantato che sono prettamente filmici, da film d’animazione.

Sono molto chiari i riferimenti tribali e talvolta specificatamente “aborigeni” di alcuni passaggi, suggestioni peraltro esplicitate anche dal titolo, come nel caso della traccia n.6 che si intitola “Jupiter and Oracol + Aboriginal Dogs“.

Altrettanto chiaro è poi anche qui nella colonna sonora il tributo al Giappone, ed in particolare al cinema di Kurosawa: sono state infatti incluse da Desplat canzoni provenienti da due film del maestro giapponese, L’angelo ubriaco (1948) e I sette samurai (1954).

Sempre inerente al Giappone, poi, c’è una delle pochissime voci dell’original score che appartiene a Teruko Akatsuki, attrice nipponica in attività tra gli anni ’40 e ’50.

Insomma, ci sono ingranaggi nel lavoro di Wes Anderson che ci permettono ulteriormente di capire che la maestria di questo regista non sta solo nel saper conferire alle riprese una estetica unica e precisa.

No, per essere Wes Anderson bisogna saper anche lavorare lontano dalla macchina da presa; bisogna saper guardarsi intorno, circondarsi di professionisti e saper instaurare con loro un sodalizio che va ben oltre uno sterile e meccanico contratto lavorativo.

Ce lo insegna Bill Murray, e ce lo insegna ora anche Alexandre Desplat, fresco sì di premio Oscar per La forma dell’acqua, ma abbiamo potuto constatare come egli sia diventato grande anche grazie a Wes Anderson e come viceversa il regista sia diventato grande anche grazie al compositore.

E per vedere – e sentire – quanto insieme questi due personaggi siano diventati grandi oggi, non ci resta che attendere il primo maggio, data in cui L’isola dei cani arriverà nelle sale italiane.

Intanto, ecco la colonna sonora dell’ultimo film di Wes Anderson, buon ascolto: