Venticinque anni fa, il 23 febbraio 1996, usciva nelle sale d’oltremanica Trainspotting, film cult diretto da Danny Boyle.

E diciamocelo: Trainspotting, senza tutti quei brani che lo accompagnano, non sarebbe lo stesso. Tante, infatti, sono le scene che ricordiamo grazie ai brani presenti.

Una delle scene più importanti e note del film è senz’altro quella iniziale. Il relativo monologo e la colonna sonora sono semplicemente indimenticabili. Voi riuscite a immaginare la stessa scena senza Lust for Life di Iggy Pop? Impossibile, lo so.

Oppure la scena in cui Renton, ospite di Madre Superiora nel suo lussuoso appartamento di Edimburgo, finisce in overdose. Il suo viaggio verso il Nirvana – o meglio, quello che solo un eroinomane potrebbe considerare Nirvana – è accompagnato da uno storico brano di Lou Reed, Perfect Day:

Il nostro Mark, però, aveva anche un gran cuore. Ce ne siamo accorti quando ha conosciuto la bella Diane. La scena del loro incontro, senza Atomic dei Blondie in sottofondo, di certo non sarebbe stata la stessa.

Deep Blue Day di Brian Eno, quando Renton si tuffa nel cesso per recuperare le supposte?

Era il ’96, ragazzi. E in quegli anni andava molto anche questa roba qui, soprattutto a Londra:

Queste sono solo alcune delle canzoni che compaiono nel film. Perché la OST completa di Trainspotting è ancora più sbalorditiva. Due dischi, 29 brani uno più bello dell’altro.

E poi sì, c’è la scena finale del film. Un brano da brividi chiude una storia incredibilmente reale, cruda e toccante. Triste, ma ricca di speranza. Non avrebbero potuto trovare un brano migliore di Born Slippy degli Underworld per accompagnare il monologo finale di Mark Renton. Semplicemente da brividi.

Se volete, in attesa dell’uscita del sequel o per celebrare i vent’anni di Trainspotting, potete ascoltare la soundtrack direttamente su Youtube o potete acquistarla su Amazon.

E mi raccomando, tenetevi fuori dai guai.