Il ruolo formativo esercitato da MTV nei confronti della generazione che ha vissuto la propria adolescenza a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000 è probabilmente superiore a quello di qualsiasi altro mezzo di comunicazione esistente all’epoca. In un periodo storico in cui il tempo di caricamento di una foto su Internet era paragonabile a quello di cottura della pasta e i canali TV si potevano contare sulle dita delle mani, MTV rappresentava il punto di riferimento per chiunque cercasse un genere di svago alternativo ai cartoni animati e ai telefilm di Italia 1. Lontani i tempi delle radio accese nei salotti, per un adolescente del periodo Y2K, MTV rappresentava la fonte primaria di scoperta di nuova musica, ma non solo: con i suoi videoclip, i suoi VJs e i suoi show, MTV è riuscita a costruire autonomamente quella cultura pop che, rivissuta oggigiorno, ci provoca un irrefrenabile sentimento di nostalgia.

20 anni dopo la nascita di MTV Italia, le macchine non volano come avremmo scommesso, ma il mondo è comunque profondamente diverso da come lo conoscevamo. Grazie alle piattaforme di streaming, l’accesso a qualsiasi forma di intrattenimento è sostanzialmente gratuito e immediato da qualsiasi luogo; un contesto in cui ogni individuo è in grado di decidere di quale tipo di contenuto fruire, in che luogo e in quale momento, ha permesso a ognuno di soddisfare le proprie esigenze e di andare incontro ai propri interessi come mai prima d’ora. L’altra faccia della medaglia è però costituita da uno zeitgeist che, negli ultimi anni, è molto difficile da descrivere in modo netto, puntuale: la transizione da approccio top-down a bottom-up nella definizione dei nuovi trend, dei tormentoni, delle nuove star rende più complesso rappresentare la cultura pop del 2020, che viene vissuta sempre meno in maniera collettiva e maggiormente all’interno di una moltitudine di nicchie che condividono la stessa passione e il modo in cui la vivono. In questo quadro, gli adolescenti hanno tuttavia qualcosa che può essere paragonato all’MTV di 20 anni fa per la sua capacità di definire trend capaci di oltrepassare i confini della piattaforma stessa, finendo trasversalmente in altri Media e raggiungendo altri segmenti di popolazione, creando l’immaginario collettivo di ciò che è cool, desiderabile, di successo: TikTok.

TikTok? L’app dei ragazzini che fanno balletti stupidi? L’app che Trump vuole chiudere? Sì, TikTok è esattamente quell’app, ma è anche molto di più. Lanciata a livello globale dalla società cinese ByteDance nel 2017, TikTok, che possiamo considerare il rebranding dell’app di lip-syncing Musical.ly, consente agli utenti di creare brevi video, modificabili direttamente all’interno della piattaforma, accompagnati da frammenti sonori di canzoni, pezzi di film, serie TV o dall’audio registrato tramite il telefono. Il risultato è una versione pimpata (riferimento a Pimp My Ride assolutamente voluto) di Vine. Rispetto agli altri social network, TikTok vanta un algoritmo che promuove i contenuti con il potenziale di viralità maggiore: il criterio principale per essere rilevanti non è il numero di follower, bensì l’originalità o la qualità del contenuto pubblicato. Con il giusto video, chiunque, anche chi ha appena creato il proprio profilo, ha la possibilità di diventare famoso nottetempo e questa è una caratteristica che rende TikTok particolarmente appetibile per gli adolescenti.

@bellapoarch

To the 🐝 🐝 🐝 #fyp

♬ M to the B – Millie B

TikTok ha cambiato il nostro modo di concepire la musica così come MTV e i videoclip rivoluzionarono l’industria musicale ai tempi legata alle stazioni radiofoniche. MTV creò un legame indissolubile tra un singolo e il suo video, che era talmente importante da essere potenzialmente in grado di determinare il successo della canzone. Hey Boy Hey Girl sarebbe diventata tanto iconica se non avesse avuto quel video? Ci ricorderemmo ancora di Smack My Bitch Up se l’avessimo sentita solo su disco? Con l’esplosione di internet e il conseguente tramonto di MTV, il videoclip ufficiale ha perso progressivamente importanza lasciando un vuoto di potere riempito solo recentemente da TikTok. Su TikTok, la musica è uno degli elementi più importanti: non solo è necessario scegliere la traccia più adatta per comunicare il giusto mood o per dettare il tempo di una coreografia, ma è anche uno dei criteri di ricerca dei video all’interno dell’app. Un contenuto può diventare virale grazie alla giusta canzone, ma allo stesso modo una canzone può diventare virale grazie al giusto contenuto.

Lil Nas X è il simbolo dell’efficacia con cui TikTok è in grado di creare nuove star: la sua Old Town Road, la canzone country/trap che chiunque ha inevitabilmente sentito decine di volte, è stata pubblicata alla fine del 2018, ma si è trasformata in un tormentone a livello globale solo quando nella primavera del 2019 è diventata la base della Yee Haw Challenge su TikTok. La canzone si è rapidamente tramutata in una hit in grado di conquistare la prima posizione all’interno della Billboard Hot 100 e di restare in vetta alla classifica per 17 settimane, conquistando così il record di permanenza alla numero 1. Old Town Road non è però che una goccia nel mare di hit che TikTok è stata in grado di generare e Lil Nas X è solo il primo di un lungo elenco di musicisti emergenti che hanno raggiunto fama mondiale: si pensi a Roxanne di Arizona Zervas, a Sunday Best di Surfaces e a Supalonely di Benee e Gus Dapperton che hanno dominato le classifiche a inizio anno, o più recentemente a Mood di 24kGoldn, a Backyard Boy di Claire Rosinkranz e Mad At Disney di Salem Ilese.

@420doggface208

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♬ Dreams (2004 Remaster) – Fleetwood Mac

È curioso notare come gli utenti di TikTok non siano solo capaci di far emergere nuovi talenti, ma siano anche in grado di far risorgere hit del passato. È particolarmente rappresentativo il caso di Dreams, il capolavoro dei Fleetwood Mac tornato recentemente nelle classifiche dei brani più scaricati e streamati 43 anni dopo la sua pubblicazione. Il motivo? Un utente TikTok, Nathan Apodaca (@420doggface208), ha pubblicato un TikTok in cui gira in skateboard e beve una bottiglia di Ocean Spray mentre ascolta Dreams. Sebbene il video non contenga assolutamente nulla che meriti particolare attenzione, il contenuto è diventato virale su TikTok e Dreams è ritornata improvvisamente sotto ai riflettori. Quello dei Fleetwood Mac è il caso più recente e più sensazionale, ma gli utenti della piattaforma di ByteDance sono soliti scavare nel dimenticatoio per dar nuova vita a hit del passato: è il caso di Break My Stride di Matthew Wilder (1983), Obsessed di Mariah Carey (2009), Flamingo dei Kero Kero Bonito (2014) e Wait A Minute! Di Willow Smith (2015).

Il potenziale di TikTok non sembra essere passato inosservato agli artisti e alle etichette discografiche, che stanno cercando di sfruttare la piattaforma come rampa di lancio per i propri progetti: questo aprile, Drake, non esattamente l’ultimo arrivato sulla piazza, ha contattato Toosie, un coreografo famoso su Instagram, YouTube e TikTok, affinché creasse un balletto per una traccia contenuta nel suo mixtape Dark Lane Demo Tapes. Toosie, assieme a Hiii Key e al duo Ayo & Teo, ha dato vita alla coreografia “Toosie Slide”, presentata su TikTok e diventata incredibilmente popolare, tanto da dar nome alla traccia di Drake. Ad agosto, The Weeknd, la cui Blinding Lights ha goduto di grande popolarità all’interno dell’app, ha scelto TikTok per presentare The Weeknd Experience: un evento virtuale in diretta all’interno del quale, sotto forma di avatar, ha cantato dei brani tratti da After Hours e interagito con gli utenti, che a loro volta potevano decidere come far evolvere l’Experience.

@car.shearer

@lijahfreebandz

♬ original sound – Carson.

Numerose sono le critiche che si possono muovere nei confronti di TikTok: gli artisti che guadagnano notorietà grazie all’app sono nella stragrande maggioranza dei casi delle meteore destinate a scomparire dalle scene con la stessa rapidità con cui sono diventate celebrità, le canzoni diventate hit globali grazie a TikTok sono caratterizzate da produzioni scarne, arrangiamenti banali e voci tutt’altro che memorabili, l’approccio degli utenti nei confronti della musica è molto opportunistico: capita che venga data visibilità ad una traccia, di cui spesso non si conosce nemmeno il nome dell’artista, solo perché colonna sonora di una challenge, creando un circolo vizioso in cui la canzone viene continuamente riproposta al fine di entrare nel loop della viralità. Va però sottolineato come lo stesso accadeva con MTV: qualcuno sa nominare più di una canzone delle 4 Non Blondes, dei Bran Van 3000 o dei Crazy Town? Le one-hit wonders giravano anche sui nostri Televisori 20 anni fa e in molti casi non si può dire che abbiano contribuito in modo rilevante a rendere più raffinato, qualitativo, il panorama musicale del tempo. Va anche detto che non sempre il nostro approccio nei confronti della musica di MTV è stato meno superficiale rispetto a quello degli utenti TikTok di oggi. Quante volte avete parlato di una canzone di cui non ricordavate né il titolo, né l’artista, ma potevate descrivere alla perfezione il video? Vi ricordate il nome dell’artista che ha pubblicato una canzone nel cui video un ciccione seduto sul divano compiva qualsiasi azione tirando delle leve pur di non doversi alzare?

Nonostante i suoi difetti, TikTok rappresenta davvero la versione moderna di MTV e andrebbe quindi accolta a braccia aperte: è una piattaforma che funge da punto d’incontro tra gli adolescenti e la musica, che di per sé sarebbe già un buon motivo per supportarne la diffusione, ma è soprattutto un mezzo che conferisce agli utenti totale controllo sulla musica stessa: i TikToker sono liberi di scegliere quali canzoni usare e come utilizzarle all’interno dell’app. TikTok è anche un Social Network e in quanto tale dà la possibilità di comunicare con gli altri utenti e con gli artisti attraverso i commenti, la creazione di duetti, le challenge; è un po’ come la dimensione interattiva dei programmi come TRL, in cui ci veniva fornita la possibilità di incidere sulla classifica, di vedere i propri messaggi comparire nel sottopancia, di intervenire in studio al telefono o di persona. Così come molte delle nostre canzoni preferite appartengono all’era Y2K di MTV, allo stesso modo, gli adolescenti di oggi, un giorno ripenseranno alle canzoni dei loro TikTok con gli occhi lucidi; chi siamo noi per privarli di questa emozione?