In base a uno studio condotto dalla piattaforma di distribuzione digitale svedese Record Union, il 73% dei musicisti indipendenti soffre o ha sofferto di problemi di salute mentale, in primis stress, ansia e depressione.

Il campione si basa su oltre 1500 musicisti indipendenti intervistati fra il 21 marzo e il 2 aprile. La fascia di età compresa fra i 18 e i 25 anni è quella più afflitta da tali problematiche, tant’è che per questa la percentuale sale addirittura all’80%.

Come se non bastasse, il 33% degli intervistati ha sofferto di attacchi di panico, il 57% è preoccupato per i problemi di salute mentale ed il 41% ci pensa almeno una volta al giorno.

Quel che più preoccupa è che solo il 39% dei musicisti in questione (il 33% fra i 18 e i 25 anni) si è rivolto ad uno specialista per cercare di risolvere il problema, mentre il 51% aver provato a  ha dichiarato di essersi auto-curato con alcool e droghe.

Johan Svanberg, amministratore delegato della Record Union, ha dichiarato:

Il nostro studio ci dice che qualcosa deve necessariamente cambiare. È tempo di mettere sull’agenda lo stato di salute mentale dei nostri artisti, prima degli stream e del successo commerciale. Noi, in quanto industria, dobbiamo svegliarci e chiederci: che responsabilità abbiamo in tutto ciò? E cosa possiamo fare per creare un clima musicale più salutare?