Pensavamo di aver raggiunto ieri con Achille Bowie l’apice di questa settantesima edizione di Sanremo. Eravamo davvero convinti che il palco dell’Ariston avesse dato tutto il possibile.

Mai ci eravamo sbagliati così tanto.

È la quarta serata, quella da cui ci si aspetta di meno, peggio del Sabato Santo, eppure è successo di tutto.

Iniziamo con le Giovani Proposte e subito ci chiediamo perché Tecla, che ha quarant’anni da quando ha quindici anni, sia lì: noia totale (voto 4). E poi c’è Marco Sentieri (voto 4.5), che effettivamente va verso i quaranta, ma per l’Italia è ancora giovane. Menzione d’onore per l’autotune di Fasma (voto 1.5), gentile come una trivella petrolifera. Alla fine, delle Giovani Proposte, nonostante voci e spoiler della Rai, la spunta Leo Gassman, la cui unica cosa fresca e giovanile è l’outfit da nono membro della Lovegang.

Seguono intermezzi di Fiorello che fa il cosplay del coniglio di Donnie Darko e abbiamo volutamente messo in muto per qualche minuti. Perché noi VOGLIAMO LA MUSIKA!

Proseguiamo con Paolo Jannacci, che nonostante l’eccessiva lucidità, è troppo posato e gentile per non volergli bene. Siamo curiosi di sapere se le labbra stroboscopiche siano congenite o una scelta del make up artist. (Voto 6.5)

Poi torna l’instancabile Tiziano Ferro, giusto per mandare in brodo di giuggiole il pubblico nostrano e mettere a dura prova la nostra resistenza a una scaletta paragonabile alle cene natalizie in Calabria. Tiziano Ferro (insieme a Fiorello) è come quegli argomenti buttati a caso che ti spiegano i primi giorni di lezione: ritorneranno spesso.

Dua Lipa (voto 9), data l’inderogabilità e l’imprescindibilità dei siparietti di Fiorello, ha deciso, nonostante il miliardo di streams di stare un passo indietro e di fare letteralmente una canzone, senza che poi Ama o gli altri gli chiedessero qualcosa.

Rancore (voto 8), dopo la splendida esibizione di ieri, è l’unico che tornerà da questo festival con un po’ di credibilità. Giordana Angi (voto 5), vestirsi come Tyler, The Creator non renderà il tuo pezzo più interessante.

Abbiamo capito che Sanremo è l’habitat dove Francesco Gabbani (voto 5) può “thrive and prosper”: sarebbe bello che fosse confinato all’Ariston, e invece già hanno infestato le radio. Dopo il cosplay di Raphael Gualazzi in Narcos (voto 5.5), arriviamo ai Pinguini Tattici Nucleari (voto 4) che si mangiano il palco con una canzone mai sentita prima nell’itpop, sia per musica che contenuti. Eheheh.

Ecco invece un’immagine esclusiva di Anastasio (voto 4.5):

Risultato immagini per rabbia inside out

Arriviamo a Elodie, che si presenta all’Ariston vestita come le diciottenni che fanno serata all’Alcatraz: ma che je frega, è bella e brava, nonostante i sandali da Leonida (voto 7.5). Ci stavamo per dimenticare di Riki (voto 3), anzi ce lo dimentichiamo volentieri.

A questo punto entriamo nella Stanza dello Spirito e del Tempo e inizia un siparietto interminabile tra Fiorello, Amadeus, Toni Renis e qualche mummia del museo Egizio. Fortunatamente arriva Ghali con i dreadlocks fucsia che ci riporta nel 2020.

Diodato (voto 6) è come la madre di How I Met Your Mother: gentile, perfetto, bravo, du palle.

Prendersela con Irene Grandi (voto 3), che a cinquanta-anni-cinquanta vuole ancora fare la ventenne che se ne frega, è accanimento terapeutico, soprattutto se in scaletta è prima di Achille Lauro (voto 8), uno che se ne frega davvero. A questo giro, il camaleontico Lauro ci ha offerto un interessante crossover tra Ryuk di Death Note e La Morte de Il Settimo Sigillo. Finché fai incazzare i boomer, a noi va bene così.

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Ormai è una garanzia 🔥

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Coez deve pur sbarcare il lunario e decide di accompagnare Gianna Nannini sul palco (intanto sono già passate tre ore piene, come le nostre palle) poi segue Tosca (voto 5) che magistralmente spoilera il nostro pensiero riguardo ciò che sarebbe accaduto di lì a poco: “Ho amato tutto”. Segue Piero Pelù, voto 6, che almeno ci fa divertire.

Susseguono Zarrillo (voto 5), Junior Cally (voto 4, scandalizzare i cinquantenni non è condizione sufficiente per portare un brano memorabile), Le Vibrazioni (voto 5, Sarcina non hai più l’età), Alberto Urso (voto 2): sono convinta che come Dorian Gray abbia un ritratto che invecchi al posto suo, altrimenti non mi spiego la verve di un pensionato nel corpo di un ventenne) e Levante (voto 7, però basta fare la santona). E poi. E poi succede.

Morgan e Bugo (n.c.): non contenti del fondo toccato ieri, hanno deciso di dimostrare che il barile si può sempre raschiare.

Morgan stravolge il (dimenticabile) testo di Sincero attaccando Bugo, Bugo ragequitta, la musica si interrompe, il panico brilla negli occhi di Amadeus (a differenza della Clerici, ormai temprata dai coup de téâthre che avvengono all’Ariston). Il più sconvolto è tuttavia Morgan, che si stupisce della reazione di Bugo, va a cercarlo, si chiede dove sia. Un dissing secondo solo a The Story of Adidon tra Pusha T e Drake.

E il resto è storia.

Sconvolti da questa cialtronata all’italiana, siamo andati a letto e ci siamo persi il Nigiotti, Rita Pavone, Brunori S..Marco Masini ed Elettra Lambo. Ma abbiamo l’impressione di non aver perso granché.

La classifica ha rimescolato le carte in tavola: oggi è il grande giorno. Chissà che succederà.

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Buongiorno. #sanremo2020

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