Pensando ad un’immagine che rappresenti l’Italia vista dal mondo, la scelta andrà dalla classica vespa di Vacanze Romane alla tavola imbandita della famiglia Soprano, passando per lo sfarzo e la decadenza della Grande Bellezza.

Sappiamo tutti che dietro la bella vita, però, c’è una realtà suburbana dettata da storie di quartiere, cuori spezzati e partite di droga.

Dolce & Gabbana, campagna pubblicitaria nelle strade di Napoli.

La cultura popolare made in Italy è dettata anche dalla moda. Alcune campagne Dolce & Gabbana, ad esempio, hanno cercato in qualche modo di dare una definizione a questa poetica, passando dalla molto discutibile visione della famiglia tradizionale siciliana, al più folkloristico e vibrante quadro sociale dei quartieri del centro di Napoli.

Liberato – Nove Maggio

Il videoclip italiano sta conquistando meritatamente i diritti di una nuova estetica, che cattura frammenti di luoghi e città traendone un valore narrativo del tutto innovativo, che va a prescindere dal genere musicale trattato. A differenza del fenomeno dei video grime testimoniato dal Guardian, in Italia gli habitat urbani cambiano di città in città, e quando fungono da sfondo per lo Skepta-protagonista di turno, raggiungono risultati già visti altrove.

Ma quando invece i videoclip italiani raccontano storie a sé, con attori e comparse del posto, c’è un’aria unica che si respira in questi angoli speciali, di cui difficilmente ne verremmo a conoscenza.

Sfera Ebbasta – Ciny

Il merito va senz’altro a chi, dietro la macchina da presa, è stato capace di catturare al meglio questi racconti. Il Garibaldi in questione è Francesco Lettieri, autore tra l’altro del video groundbreaking che ha contribuito al crack di fine 2015 di Calcutta: si tratta di Cosa Mi Manchi a Fare, girato nel quartiere di Torpignattara a Roma. Lo stesso Calcutta ha poi rincarato la dose con la combo del singolo Frosinone che porta nome di una città, ma il video ufficiale è girato a Latina, con lo stesso Edoardo che girovaga incantato dalle luci della strada.

Calcutta – Frosinone

Lo stesso leitmotiv è stato ripreso dagli Ex-Otago, stavolta con un intero album, e video correlati, dedicati ad un quartiere di Genova, Marassi. Qui l’effetto nostalgia svolge un ruolo cruciale, considerando che si parla di luoghi che fanno parte dell’immaginario collettivo della città in cui si è cresciuti.

Abiku – Qui Non Succede Mai Niente

Un discorso simile va fatto per i Zen Circus e la Toscana, dove ad emergere però sono storie ed ambientazioni di provincia, con quell’accezione melanconica come nel caso dell’asse Pisa-Livorno, da sfondo al video L’Anima Non Conta. Restando in Toscana, Grosseto in particolare, è impossibile non menzionare la fuga dalla provincia raccontata degli Abiku nel loro album La Vita Segreta, incluso tra l’altro nella nostra lista degli album italiani 2014.

Vale Lambo – Aro Stat ‘E Cas

Il contesto napoletano, come in molti casi, fa discorso a parte. Come testimonia la nostra annuale classifica dei migliori brani neomelodici, al di là degli aspetti umoristici, c’è da dire che questo genere fa da sponda a problematiche di natura prettamente sociale, che riguardano aree urbane uniche per densità abitativa e dinamiche di quartiere.

Enzo Dong – Italia Uno

Nel caso di Nove Maggio e Tu T’e Scurdat’ ‘e Me di Liberato, girato dallo stesso Lettieri, si respira invece una magia del tutto inedita. Laddove i video neomelodici entrano quasi fin troppo nell’intimità e nella vita reale di questi luoghi, il caso di Liberato unisce sfera privata e cultura popolare in un prodotto di stampo internazionale. Il merito va anche al modo in cui questi artisti entrano a contatto con l’immagine più potente e spettrale di questa estetica, l’anti-cartolina per eccellenza, semi abbandonata e a rischio demolizione ma ancora un’icona decadente: le vele di Scampia.

Tre Allegri Ragazzi Morti – La Faccia Della Luna

E a Milano invece? Nei video che ritraggono l’area metropolitana del capoluogo lombardo, la più grande d’Italia, c’è molto più spazio alle dinamiche tra crew, le cui storie fanno da sfondo alle imponenti altezze del quartiere, come in Ciny di Sfera Ebbasta, girato da un’altra figura chiave dei videoclip italiani, Alessandro Murdaca. Nel tentativo di catturarle, molti di questo video ricorrono a droni o viste dall’alto, mentre in altri casi le facciate degli edifici vanno oltre l’inquadratura come nel caso di Rkomi: un altro canale di fruizione di queste realtà di strada.

Rkomi – Sissignore

I video di Rkomi riescono come pochi a catturare sia l’atmosfera spettrale della città spenta che l’habitat urbano di tutti i giorni, come quello di una tranquilla giornata di sole di un mercato rionale. Lo stesso Rkomi, poi, restando nel triangolo industriale, è andato oltre il confine lombardo registrando Aeroplanini di Carta con IZI nei vicoli di un’altra Genova, la stessa che si intravede tra le terrazze di Buste della Spesa di Tedua.

Rkomi feat. IZI – Aeroplanini di Carta

Altri casi da segnalare sono la Roma post-Olimpiadi e post-discussioni sulle Olimpiadi 2024 che si intravede dal monumentale Foro Italico di Sportswear della Dark Polo Gang, o la Caserta degli Elefanti dei Gomma, il cui video si sofferma sul legame affettivo per le rovine e gli spazi industriali svuotati e abbandonati.

Gomma – Elefanti

Insomma, il tentativo dei videoclip italiani di fornire una riflessione sullo stato della città e della provincia odierna sembra essere un successo. C’è ancora molto da scoprire, ma l’aria che si respira in questi sprazzi inediti di Stivale ci fanno riflettere su cosa davvero vale la pena ricordare, ed esattamente che tipo di cartolina portare con sé prima di andare via o prima di tornare.

Tutto vero, il videoclip è morto il videoclip è ancora vivo.