Provate ad immaginare che cosa potrebbe succedere se una donna siciliana ed un uomo russo-persiano si innamorassero e decidessero di crescere 4 figli e 2 cani in un appartamento a Palo Alto.
Provo a spiegarvelo io.
Succederebbe senz’altro che uno di quei 4 figli si chiamerà Remi Francis Wolf che diventerà presto, in arte, soltanto Remi Wolf, nonché la giovane californiana annata 1996 che, nella sua breve biografia, conterà presto due partecipazioni come sciatrice professionista americana ai Giochi olimpici giovanili a 8 anni ed una partecipazione alla tredicesima stagione di American Idol all’età di 17 anni.
Vi gira già la testa? Allora mettetevi comodi.
Remi Wolf è totale c a o s, è ciò che di più lontano ci sia dal minimalismo e dal prendersi troppo seriamente. Il suo stile ed il suo modo di essere ricordano incredibilmente Maude, protagonista del film Harold & Maude (1971), una della donne più legate alla libertà che il mondo del cinema abbia mai prodotto. La sua musica, d’altro canto, è frutto maturo della cultura pop anni 2000 nella quale è nata e cresciuta, con una spolverata di nostalgia ’90s che non fa mai male.
I colori di cui si circonda sono esuberanti, psichedelici e divertenti. In una sola parola sono irriverenti, esattamente come le sue canzoni. Dichiaratamente bisessuale, completamente libera da ogni giogo definitorio (o label che dir si voglia), l’artista si auto-definisce sotto ogni aspetto, se, quando e come vuole lei.
Descrive il suo stile come funky soul-pop ed esprime il desiderio di eliminare le obsolete regole legate alla musica pop così da poter creare qualcosa di totalmente innovativo.
I suoi testi sono infatti, per dirla in parole semplici, una scopata in pieno giorno sul tavolo di un fast food usando un rosario come frusta da bondage (“Orgy at Five Guys with five guys / That’s ten guys and holy christ (Yep) /I’ve never seen more nuts in my life”). La americanness è tangibile e la millennial pop-culture lo è ancora di più, a tal punto che tutti noi sappiamo benissimo a cosa si riferisca quando canta “What’s better than two girls? Two cups!” in Quite On Set (se non lo sai, stai mentendo, ma comunque eccoti un breve recap degli ultimi 20 anni: 2 girls, 1 cup).
“Remi Wolf is a crazy bih but is also hella nice and sweet sometimes but also likes to yell at people but has figured out that maybe instead of yelling at people she can just sing and scream at people on stage when she’s in the mood to make money and act like a daddy dom. Remi also occasionally hosts The Steve Harvey Morning Show and the nationally syndicated Family Feud, which is on its 43rd season. She also occasionally guest stars on the Jersey Shore as a Snooki body double. But seriously, shiiii, this bitch fucks tho. Also, I am this bitch, so damn, come at me bros, and carne asahhh dude. Single and not ready to mingle. Check the tunes and you’ll see why…scary shit, brother.”
— Remi Wolf via Genius
Tutto ciò che la circonda sembra girato in VHS durante un trip di LSD e trascina con sé quel tipo di leggerezza coinvolgente ed inebriante sempre borderline tra la voglia di tornare bambini e lo sconforto del rendersi conto di quanto noiosamente adulti stiamo diventando.
La doccia di serotonina è un insieme di influenze, passate e presenti. che spaziano da un evidente amore per artisti come Prince e Stevie Wonder, all’ammirazione per artisti contemporanei come i SAULT, Andreson .Paak, BENEE, Omar Apollo e Kali Uchis.
In un’intervista rilasciata per DORK, l’artista dichiara che la musica è davvero un’estensione della sua persona. La musica, continua, è l’espressione più cruda ed onesta di quello che prova, e crede che sia proprio quello ad attrarre le persone alla sua arte.
Quell’onestà e soprattutto quella spontaneità sono cifre distintive della giovane californiana che, nel 2019, inizia a farsi conoscere in grande con You’re a Dog! EP –, grazie al quale la totalmente disinibita Remi inizia a rendersi conto del potere catartico che la musica ha su di lei.
É un disco giovane, fatto di amori acerbi e relazioni tossiche gestite di merda, e chi siamo noi per non empatizzare?
Se invece cercaste una scusa per ballare senza senso, sareste sicuramente alla ricerca di We Love Dogs! , il 15-track EP rilasciato nel 2021 che contiene i remixes delle canzoni contenute nel debut album You’re A Dog! del 2019 e l’acclamato I’m Allergic To Dogs! EP del 2020, da ascoltare necessariamente a tutto volume in macchina con gli amici.
Queste 15 tracce comprendono una lista di guests che solo a leggerla fa venir voglia di ballare. Sono compresi infatti artisti del calibro di Beck, Free Nationals, Hot Chip, Sylvan Esso, Little Dragon, Nile Rodgers, Kimbra, Polo & Pan, Panda Bear, Dominic Fike, L’Impératrice, Tune Yards, Gabriel Garzón-Montano, Phony Ppl, and Porches.
In questo album l’imprevedibilità e l’animo naïve dell’artista si riconfermano lo strumento più potente che ha per diffondere la sua contagiosa presabenaggine e farsi volere bene.
Provare ad ascoltare Photo ID senza urlare, ridere e ballare ondeggiando sembra, ormai giunta al +50 ascolto, un traguardo che chiaramente non farà parte della mia vita. Il ritmo scattante, la voce di Dominic Fike e la melodia così incredibilmente catchy, sono ingredienti perfetti per tornare gli adolescenti che eravamo, nascosti a baciarsi dietro alle tendine nere delle cabine fotografiche pubbliche.
“This is very sick. Half of these artists are ones I studied in school and have admired since I was a teenager. Needless to say I’m shook! I hope you dance, vibe, shower, and chill to these remixes! I hope you make a lasagna or an eggplant parmesan while you listen to them, too!!!”
– Remi Wolf
La vita della giovane artista non è però solo extravaganza, accessori e vestiti fluo in PVC, ma è anche la lotta contro l’alcolismo che per anni ha segnato la sua vita. È proprio di questo che ci racconta in Liquor Store, prima traccia del suo ultimo album in uscita il 15 ottobre 2021, Juno, L’album prende il titolo dal nome del suo amatissimo cane, un bulldog francese che l’artista ha deciso di adottare durante la quarantena e che l’ha aiutata a non finire in un vortice nero di solitudine e dipendenza.
Remi Wolf stessa dice di aver scritto questa canzone dopo quattro mesi di sobrietà “per raccontare la paura che ha dell’abbandono e della dipendenza per le persone e per l’alcol”. Liquor Store è il racconto del suo percorso con l’alcolismo, col rehab e con la costante voglia di continuare a bere, unita al loop letale delle sue insicurezze nelle relazioni umane.
La giovane artista sostiene, comunque, che la cosa fondamentale sia restare sempre breezy (freschi). Il suo obiettivo di vita, dice, è vivere senza preoccupazioni e, consapevole che non potrà sempre essere così, fare in modo che lo sia il più possibile.
Insomma, cara Remi Wolf, da te ho capito almeno tre cose: che per essere come te serve tanta fantasia, che il giallo fluo non è poi così male e che a volte ci vuole un grande coraggio ad avere semplicemente 25 anni.